Quando partiranno i lavori – annunciati periodicamente e finora mai avviati – per la costruzione della nuova Statale 63, una serie di gallerie attraverseranno le colline intorno a Vezzano. Chi viene oggi da Casina verso Reggio sul nuovo tracciato della statale (nuovo ormai non più, ma l’aggettivo serve a distinguerlo dal vecchio), può vedere sulla sinistra in alto, in prossimità del Bocco, quella che sembra la porta d’ingresso di una galleria. Sarà la galleria Mulino del Vaglio che, dopo un breve viadotto, il Moncasale, precederà la galleria del Bocco vero e proprio, che, a sua volta, precederà altre gallerie tra le quali quella che passerà sotto la Pinetina, che non vedremo più, quindi, nel percorrere la 63.
L’ambiente è quello di un’opera abbozzata e non finita: arbusti e alberi striminziti si fondono con gabbie di ferro arrugginite, resti di carpenterie ormai marcite e cumuli di terra di riporto. C’è un breve tratto nel quale il terreno del fondo è totalmente fangoso, segno della natura calanchica della zona. Infatti tutta la zona sopra la località Casoletta, a non molta distanza da qui, poco distante da La Vecchia, è franosa. Chi vi ha fatto qualche escursione ha potuto vederne gli enormi piloni drenanti piantati nel terreno che tengono fermi i movimenti della collina, anche se la prova più evidente è il cosiddetto “ecomostro”, quella struttura in cemento ormai decrepito che fa appunto mostra di sé lungo la statale.
Consola il fatto che nella costruzione di strade l’Italia non è seconda a nessuno. A lavori finiti, Vezzano e le località lungo l’attuale statale, Pinetina compresa, acquisteranno tranquillità e pace – chissà se ne risentirà l’economia locale – mentre i ciclisti e, soprattutto, i motociclisti, avranno finalmente la strada libera dalle automobili.