Firenze – Si apre domani, alle ore 17.00 e fino al 28 aprile a Palazzo Medici Riccardi, la personale dell’artista sestese Marta Sarti, curata da Daniela Pronestì. Promossa dall’Associazione Culturale Liberarte, la mostra propone un escursus sull’attività artistica di Marta Sarti, che da oltre vent’anni si dedica con passione e costanza alla tecnica del collage.
Una tecnica che trae la materia prima dalle pagine delle riviste e dei quotidiani da cui attinge i suoi soggetti, con particolare attenzione alle figure femminili, agli scorci cittadini e alle scene d’interni e che la vede prima scomporre il dato reale in frammenti e poi ricomporlo secondo un ritmo dettato dall’immaginazione, tanto da rendere impossibile risalire alla loro ‘vita’ precedente o ripercorre l’iter creativo che li ha sottratti al contesto originario. Un’arte che combina gli elementi cartacei fintanto che sente di avere raggiunto un equilibrio tra forma e colore e che ricorda la pittura pur rinunciando alle convenzioni illusionistiche e prospettiche proprie di quest’ultima. In questo variegato contesto è possibile però individuare delle costanti e dei temi ricorrenti che evidenziano una ricerca sulla forza comunicativa delle immagini.
La donna, anzitutto, sofisticata e padrona delle sue azioni, dinamica e consapevole del suo ruolo, oppure assimilata al freddo steoreotipo della mannequin tradizionalmente veicolato dal linguaggio pubblicitario. Si passa poi ai raffinati interni domestici, dove, oltre ai consueti oggetti d’arredamento, mobili antichi e moderni, parati di lusso, opere d’arte, figurano particolari insoliti, la cui funzione è spiazzare le attese dell’osservatore e guidarlo in un viaggio fantastico.
Altro tema ricorrente è la città intesa come luogo in cui passato e presente s’incontrano all’insegna della conflittualità: spesso, infatti, le tracce della storia scompaiono tra le imponenti architetture avveniristiche, i grattacieli e le enormi strutture di vetro e metallo. Negli ultimi lavori lo scenario urbano diventa un palcoscenico su cui favola, mito e storia si uniscono in una visione senza tempo, che ha per sfondo la città ideale del Rinascimento e per protagonisti cavalieri, dame e saltimbanchi usciti da un affresco, da una miniatura o da un libro di fiabe per interpretare i ruoli che l’artista gli ha assegnato. Rispetto ai lavori passati, declinati quale emblema delle contraddizioni che animano la società contemporanea, questi paesaggi urbani sembrano avere origini oniriche, di cui conservano la sottile ambiguità e la sensazione di stupore che nasce di fronte a ciò che si mostra allo sguardo per la prima volta.
La mostra è aperta tutti i giorni, dalle 9.00 alle 19.00,escluso il mercoledì.