I ciclisti d’Israele esordiscono con l’omaggio al “Giusto” Bartali

Firenze – Da Gerusalemme a Firenze e dal capoluogo toscano ad Assisi. E’ questo il percorso che ha già intrapreso la squadra ciclistica israeliana per rendere omaggio a Gino Bartali che durante la seconda guerra mondiale si rese protagonista, su quelle strade, anche a rischio della propria vita, di azioni che evitarono a tanti ebrei di essere catturati dai nazifascisti.

Questa prima squadra israeliana di ciclisti professionisti, sono quindici gli atleti, partiti appunto da Gerusalemme, sono già arrivati a Lucca, dove hanno fissato il loro quartier generale, accolti da un gruppo di amici capeggiati da Sorensen, ex campione ciclista svedese che ha gareggiato per anni nel nostro paese e che ora vive in Lucchesia.

Domani domenica, tutti in sella, alla volta di Firenze. Alle ore 9,30, i ciclisti israeliani renderanno omaggio alla casa di Gino Bartali che si trova in Piazza Elia Dalla Costa. In una delle auto al seguito ci sarà Giacomo, nipote di Bartali, perché sua madre è Bianca Maria, una dei tre figli di Ginettaccio.

In quella piazza dedicata alla memoria di Dalla Costa, arcivescovo di Firenze che operò, insieme a Bartali, nella lotta in favore degli ebrei, i ciclisti d’Israele incontreranno esponenti fiorentini della comunità ebraica e rappresentanti delle nostre istituzioni.

Ma saranno visitati anche altri luoghi “famosi” per il Bartali messaggero di pace. Oltre alla casa di famiglia, uno sguardo all’appartamento al Bandino nella quale furono accolti i Goldenberg, ebrei “braccati” dai nazisti, e la famigerata Villa Triste, nei pressi del Ponte Rosso, nella quale Bartali rischiò di essere fucilato.

Quindi di nuovo in sella per portarsi al Museo di ciclismo Gino Bartali a Ponte a Ema costruito proprio davanti alla casa nella quale nel 1914 è nato il campione. Una sosta di un’oretta. Agli ospiti saranno illustrati da Luigi Bartali, figlio di Ginettaccio, e da Andrea Bresci, fondatore del museo, i tanti preziosi cimeli dell’indimenticabile campione fiorentino.

Poi di nuovo in bicicletta per raggiungere Assisi. In sostanza i ciclisti ebrei pedaleranno sullo stesso percorso che Bartali, durante la seconda guerra mondiale, faceva tante volte, in sella e vestito da corridore, per dare l’impressione a tutti che stava allenandosi. Invece nascosti nel telaio della bici da corsa trasportava documenti falsi da consegnare agli ebrei nascosti ad Assisi.

Prima di giungere ad Assisi è prevista un’altra sosta questa volta alla stazione ferroviaria di Terontola al cui bar Bartali, con la scusa di bere un caffè, ritirava spesso altri documenti falsi (c’è anche una lapide a ricordo) da recapitare ad Assisi. Dunque meritato lo straordinario riconoscimento al grande campione fiorentino di “Giusto tra le Nazioni” ottenuto dallo Yad Vashem.

Prima di rientrare a Gerusalemme i ciclisti ebrei parteciperanno alla ormai tradizionale “Coppi e Bartali”, gara a tappe per professionisti in programma dal 24 al 27 marzo in Romagna.

 

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