Anche quest’anno si è da poco conclusa a Milano la settimana del Design, occasione assai mondana per poter contemporaneamente ammirare pezzi unici d’autore, assistere a performance d’artisti del calibro di Marina Abramovic e sorseggiare aperitivi al nuovissimo Circolo Marras che lo stilista sardo ha aperto nel cuore della capitale della moda italiana.
Moda che, in un’occasione come questa, si respira anche solo passeggiando per le strade cittadine, tra giovani e meno giovani di tutto il mondo in dress code stravaganti, che ben s’intonano ai black keys echieggianti ad ogni angolo della città.
E allora in un attimo ti trovi, cittadino del mondo, seduto a fianco di un australiano in kilt, in coda con una giapponese con le scarpette rosse o a parlare inglese con un finlandese di quasi due metri. E per una giornata ti sembra di aver attraversato in volo qualche oceano o semplicemente che oceani e confini non esistano.
Naturalmente non potevamo mancare e naturalmente alla location ufficiale ( le Fiere di Massimiliano Fuxsas) abbiamo preferito gli assai più variopinti quartieri di Lambrate, Brera e Tortona, per perderci tra le firme emergenti e i nuovi brand del Fuori Salone.
E così un Tom Dixon e un Molo design hanno affiancato egregiamente show room storici quali Boffi, Missoni e Fontana Luce; da segnalare il nuovo sistema di illuminazione progettato da Viabizzuno per i negozi di Valentino o i giovanissimi della Burg Giebichenstein University of Art and Design Halle.
Il salone è da sempre un modo per dare visibilità anche a quegli spazi nuovo i poco conosciuti che sorgono ogni anno in giro per Milano, e così ci fermiamo catturati davanti alla nuova vetrina di Vionnet su corso Monforte o alle boutique che non possono godere di situazione migliore per darsi una ventata di freschezza.
Che si tratti di fabbriche dismesse e recuperate, di appartamenti privati aperti per l’occasione al pubblico, di negozi ufficiali o di vuoti tra i pieni ( bellissimo lo spazio Rossana Orlandi di fronte a Santa Maria delle Grazie), si può affermare che Milano, nonostante il periodo di crisi, abbia regalato come sempre momenti indimenticabili e pezzi da collezione.
Lungo la strada un fotografo immortala i look migliori.
Ma in realtà i fotografi siamo io, tu, la ragazza seduta al bancone… tutti ci sentiamo invitati a partecipare al Bello, tutti diventiamo un po’ architetti, un po’ creativi, un po’ designer. Piace o non piace… impossibile è rimanere indifferenti!
Moda e architettura si fondano così nel cortile della statale, dove Missoni ha collocato “sculture” di tessuto lungo gli accessi principali ed il salone del mobile si dimostra nuovamente teatro di storie, fucina di idee e motivo di rinnovo per un’Italia altrimenti statica.
All’anno prossimo!
G3