Firenze – Chi l’ha detto che è finita l’epoca delle riviste culturali? E chi ha detto anche che le riviste culturali sono legate a una particolare temperie culturale, religiosa e politica e che sono destinate a scomparire una volta esaurito il loro compito?
Mercoledì 21 marzo, primo giorno di primavera, si festeggiano i 60 anni di Testimonianze, la rivista che fu fondata da Padre Ernesto Balducci nel 1958, che ha attraversato epoche e terremoti sociali e politici nella seconda metà del secolo scorso e che ora affronta il cambiamento d’epoca, secondo la bella definizione che ci ha dato Papa Francesco del periodo di scosse di assestamento che stiamo vivendo con rischi e guerre diffuse.
Ebbene, Testimonianze è sempre riuscita grazie ai direttori che si sono succeduti (dallo stesso Balducci a Danilo Zolo, Luciano Martini e Ludovico Grassi), e oggi con l’attuale direttore Severino Saccardi, a cogliere i grandi temi del momento, i segni dei tempi come Giorgio La Pira ci ha insegnato a dire: i problemi culturali di frontiera, parola che piace molto a Saccardi, le questioni internazionali, i mutamenti all’interno della società civile, le nuove tecnologie multimediali con il forte impatto che producono anche dal punto di vista antropologico.
La sua vitalità, la sua capacità di restare un punto di riferimento della coscienza e della ragione, che era un aspetto del carisma di Balducci, sta proprio nell’instancabile lettura dei problemi, partendo dalle riflessioni e dall’esperienza. Soprattutto dalla elaborazione di un metodo di interpretazione basato su alcuni valori fondamentali aggiornati nel corso dei decenni e visti sempre da angolature che solo la libertà interiore e l’apertura intellettuale possono davvero mettere a fuoco.
Alcune delle grandi discussioni delle quali Testimonianze si è resa protagonista possono sembrare lontane. Per esempio il dialogo fra cattolici e marxisti che portò alla redazione di un pilastro della cultura italiana del ’900, il volume Dialogo alla prova che Vallecchi pubblicò nel 1964. Il confronto fra i migliori intellettuali del mondo cattolico e del mondo comunista.
Ma sotto altre forme la necessità di un confronto fra esponenti delle diverse culture che la globalizzazione ha reso così vicini fra di loro fa parte integrante della missione della rivista oggi. Così come è tornata prepotentemente di attualità la questione della minaccia nucleare, che negli anni 80, durante la crisi degli euromissili e il riacutizzarsi della guerra fredda fra i due blocchi ideologici, mobilitò redazione e lettori sul fronte del movimento per la pace.
Per non parlare del contributo di idee e riflessioni che la rivista ha offerto al mondo cattolico prima e dopo il Concilio Vaticano II. Quel grande Concilio della svolta deve ancora pienamente dispiegare il suo spirito di rinnovamento nel processo che non si è mai interrotto per la costruzione dell’uomo integrale, l’obiettivo di Jacques Maritain, uno dei maestri del pensiero cristiano che sono stati all’origine della fondazione della rivista, e del suo rapporto con la divinità.
Ripercorrendo i sessant’anni di Testimonianze, dunque, non si resta impigliati nelle maglie del reducismo e della nostalgia, ma si va alla fonte degli strumenti che ci servono ancora oggi per capire cosa sta accadendo.
Al di là del valore storico di tanti fascicoli che hanno rappresentato altrettante tappe di uno straordinario percorso culturale, ciò che resta è proprio il coraggio della verità, del confronto, dell’interrogarsi e del mettere in comune gli elementi migliori della pluralità dei patrimoni culturali.
La festa del 60° della rivista e del Tesseramento amici e soci con tanti ospiti, si svolge mercoledì 21 marzo, presso la sede di «Testimonianze» (alle Murate, via Ghibellina 2/6), dalle 17.00 in poi.
Foto: Padre Ernesto Balducci