I 55 milioni del Franchi persi, Guccione: “Necessari fondi sostitutivi statali”

Firenze – Arriva, un po’ in ritardo, la risposta ufficiale sui 55 milioni del Pnrr, prima concessi e poi volatilizzati, agganciati alla stadio Franchi. Cinquantacinque milioni su cui ono stati fatti vari esercizi di riposizionamento, dai Lupi di Toscana, come suggeriva Matteo Renzi qualche giorno fa, ad altri non meglio specificati progetti. La risposta giunge dall’assessore allo sport della giunta comunale Cosimo Guccione, e non lascia spazio a dubbi:  “I 55 milioni di euro di fondi del Pnrr negati dalla recente valutazione della commissione Ue erano vincolati al progetto per la riqualificazione dello stadio Franchi. Questo vuol dire che sono persi e non potranno essere destinati ad altri investimenti”.

Sulla questione, ad essere precisi, si era già espresso lo stesso sindaco, Dario Nardella, rispondendo al Ministro Fitto che gli chiedeva di verificare se ci fossero stati altri possibili progetti, di uguale importo, da sostituire con quello previsto della riqualificazione del Franchi. “Dall’analisi – spiega Guccione – è risultato che a Firenze le aree che rispettano i vincoli del cosiddetto indice di vulnerabilità sociale e materiale non sono molte perché la maggior parte hanno parametri troppo bassi”.

“La nostra città – ha aggiunto l’assessore – si è già vista assegnare finanziamenti Pnnr per oltre 60 progetti in ambito culturale, scolastico, sociale, trasporti e ambiente per circa 850 milioni di euro su un valore complessivo superiore al miliardo di euro. In generale l’amministrazione comunale ha ottenuto, sulla base di progetti definiti o addirittura immediatamente cantierabili presentati, ingenti finanziamenti statali  e  comunitari oltre ai fondi Pnrr, che sommati ai finanziamenti comunali conducono al piano di investimenti per oltre 2 miliardi di euro. Questo a testimonianare la progettualità diffusa e soprattutto che le numerose esigenze della città sono garantite da altre risorse”.

Inoltre, continua Guccione, “quei fondi non possono essere usati neanche per la ex caserma Lupi di Toscana perché quell’area non rientra nei parametri previsti dal ‘piano urbano integrato’ (PUI). I criteri per l’assegnazione di un finanziamento ad un progetto di questo tipo discendono dalla decisione del consiglio Ecofin del 13 Luglio 21 e dal decreto legge 152 del 2021. In particolar modo è stato sancito un criterio tassativo da rispettare per l’assegnazione dei finanziamenti dei piani urbani integrati che prevede la possibilità di intervenire solo su aree urbane con indice di vulnerabilità sociale e materiale superiore a 99 o alla media dell’area territoriale. La ex caserma Lupi di Toscana ricade in un’area con un indice pari a 97,8 e quindi non è assolutamente finanziabile. E’ per questo motivo che l’amministrazione comunale ha candidato i progetti di housing ad altri bandi: gli interventi di housing sociale Lupi di Toscana al cosiddetto ‘programma  innovativo qualità dell’abitare’ e gli interventi per di studentati al quinto  bando sulla legge 338/2000 per strutture residenziali universitarie, dove il vincolo dell’indice di vulnerabilità sociale e materiale non era previsto. In breve – ha concluso l’assessore allo sport – la nostra verifica ha confermato che non esiste nella nostra competenza alcun intervento che possa rispettare i criteri rigidamente stabiliti dalle norme comunitarie per i PUI. E che, quindi, Firenze ha perso i 55 milioni di PNRR che all’inizio erano stati concessi per la riqualificazione del Franchi. Da qui la necessità di trovare fondi sostitutivi statali”.

Intanto, per quanto riguarda lo stadio, è stato firmato l’accordo modificativo e integrativo della convenzione per la concessione in uso dell’Artemio Franchi. La giunta comunale ha approvato la delibera che recepisce l’accordo. L’importo della concessione è di 650.000 euro per la stagione calcistica 2023-24. La riduzione rispetto al precedente accordo è dovuta alla previsione dei lavori che interesseranno la curva Ferrovia a partire da gennaio 2024. Inoltre Acf Fiorentina si impegna a restituire i ‘campini’ e locali annessi al Comune entro il 30 giugno 2023.

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