Il Movimento 5 Stelle perde un altro pezzo in Emilia Romagna, precisamente a Bologna. La città di Favia, Federica Salsi e Adele Gambaro, per citare i tre espulsi più illustri del M5S. Ma in questo caso non di espulsione si tratta, bensì di auto sospensione. Minacciata, per ora.
Michele Onofri, consigliere grillino del quartiere Navile – da tempo in polemica con la direzione ufficiale del M5s a Bologna capitanata dal fedelissimo di Grillo Massimo Bugani – ha scritto una lettera aperta direttamente a Beppe Grillo.
“Il tuo ruolo – dice Onofri nella missiva – era quello di megafono dei cittadini”. Una volta arrivati in Parlamento però, è cambiato tutto: “Alcune posizioni controverse espresse sul nostro blog beppegrillo.it, a volte anche con post non firmati, sono state attribuite a te e di conseguenza a tutti noi che abbiamo messo il cuore e la faccia in questo grande progetto politico”.
Una spaccatura, quella del M5S di Bologna, che dura da mesi e che si è cristallizzata anche nella creazione di un doppio meetup: uno ortodosso e uno “ribelle”. Onofri, che militava nel secondo, ha ora scelto di fare un passo indietro: resterà in quartiere ma rinuncerà al simbolo del Movimento. “E’ normale che in un movimento così grande ci siano diverse sensibilità – scrive – ma in ogni caso di fronte alle persone che mi hanno votato, ai cittadini del mio quartiere e agli attivisti dell’assemblea di Bologna del M5S ho sottoscritto dei principi e degli impegni molto chiari. Se qualcuno di questi principi non è più al centro del simbolo di cui sei il legittimo titolare, io sono pronto sin da subito ad autosospendermi dal mio ruolo di consigliere di quartiere rinunciando all’utilizzo del simbolo”. Firmato: “Un caro saluto Michele Onofri, piccolo consigliere di Bologna”.
Bologna, quasi un anno fa, registrò i numeri meno esaltanti nell’ambito del successo elettorale del Movimento 5 Stelle alle elezioni nazionali. Quello di Onofri è un piccolo caso, ma si aggiunge ad una realtà politica a dir poco diroccata. Forse sarà il caso di mettervi mano prima delle prossime elezioni nazionali o locali. Le europee della prossima primavera saranno già un primo interessante test sulla questione.