Prato – Si celebrano oggi nel pomeriggio i “140 anni della Massoneria a Prato”, nel Salone Consiliare del Palazzo della Provincia, alla presenza del Gran Maestro Stefano Bisi, dei maestri venerabili delle tre logge pratesi Massimo Taiti della Meoni e Mazzoni, Lorenzo Lecchini Giovannoni della Filippo Mazzei e Piero Riccomini della Intelligenza e Lavoro, con il Gran Maestro Onorario Massimo Bianchi, il Presidente circoscrizionale della Toscana Francesco Borgognoni e, in apertura dei lavori, i saluti del Sindaco e Presidente della Provincia di Prato Matteo Biffoni.
Sarà anche l’occasione per premiare gli studenti di una scuola media pratese G.B.Mazzoni, che hanno svolto dei temi e preparato dei filmini che verranno proiettati in sala, prima del convegno, su “I doveri dell’uomo, i diritti del mondo”, ma soprattutto al centro dei lavori si parlerà di due importanti protagonisti della storia pratese con gli interventi di Guglielmo Adilardi su “Giuseppe Mazzoni, l’uomo, il politico e il massone” il secondo volume pubblicato a 8 anni dal primo e di Andrea Giaconi sul giornalista”Giuseppe Meoni, l’antifascista e il massone”.
Spiega a Stamp, lo scrittore Guglielmo Adilardi, che il suo interesse per Giuseppe Mazzoni “nacque quando Giovanni Spadolini,pubblicando nel 1972,”Gli uomini che fecero l’Italia”,non menzionò in alcun modo lo statista pratese,cosa che,invece, avvenne pochi anni dopo, nel 1979,ma con Giacomo Adami che scrisse una biografia “Giuseppe Mazzoni un maestro di libertà”, anche se non completa.
I suoi due volumi, frutto di lunghi studi negli archivi di tutta Italia, intendono colmare una grossa lacuna storica, e se nel primo, l’Adilardi scrittore, evidenzia la vita di Giuseppe Mazzoni dalla nascita all’esilio, nel secondo con una serie di fonti, lettere e documenti, mette in risalto quella del Consigliere Comunale di Prato e Gran Maestro della Massoneria Italiana negli anni che vanno dal suo rientro in Italia nel 1859, alla morte avvenuta nel settembre del 1870.
“Figura eminente nel panorama politico italiano, Giuseppe Mazzoni, fu deputato del Parlamento del Regno d’Italia e senatore”, ricorda l’Adilardi “coronando un impegno che lo vide sin da ragazzo abbracciare gli ideali democratici, mazziniani e prendere parte ai moti risorgimentali del 1848 e del 1849, diventando così amico di Giuseppe Mazzini, da cui poi si allontanò, non condividendo più le idee, e di Giuseppe Garibaldi”. “A questo proposito” conclude Guglielmo Adilardi, segnalo a Stamp, tra alcune lettere ritrovate in archivio e pubblicate nel mio libro, quella scritta dal Mazzoni al fratello Carlo dopo Aspromonte, che chiarisce il suo punto di vista sulle vicende politiche italiane.
Foto: Guglielmo Adilardi