Hot and Cold: Meloni e Trump, un’alleanza che porta a Sanremo?

Una coppia politica e la sua colonna sonora

Se la politica fosse un videoclip, Giorgia Meloni e Donald Trump sarebbero sicuramente i protagonisti di una danza ritmata sulle note di Hot and Cold di Katy Perry. “You change your mind, like a girl changes her clothes”, recita il testo, e se c’è qualcuno che incarna alla perfezione questa frase, sono proprio loro. La canzone descrive il disagio di chi si trova in una relazione dove non si sa mai cosa aspettarsi, tra slanci di passione e distacchi improvvisi. Il protagonista è confuso e deluso, ma sembra rassegnato a questa montagna russa emotiva.
In poche parole, “Hot and Cold” è la colonna sonora perfetta per chiunque si trovi in una relazione con qualcuno che cambia idea piuttosto spesso.
Ma, d’altra parte, la coerenza non è necessariamente una virtù per i politici. Molti leader di successo sono stati proprio quelli che hanno saputo cambiare posizione con abilità, adattandosi al contesto e, a volte, anche alla convenienza. La storia politica è piena di esempi di leader che hanno incarnato l’arte dell’incoerenza strategica.

Winston Churchill, all’inizio della Seconda Guerra Mondiale, fu un sostenitore dell’appeasement con Hitler, ma quando la situazione si fece più grave, cambiò completamente rotta, diventando il simbolo della resistenza britannica. Franklin D. Roosevelt, inizialmente favorevole a politiche economiche più conservatrici, durante la Grande Depressione cambiò drasticamente approccio, adottando il New Deal con un massiccio intervento statale per risollevare l’economia.
E se vogliamo restare più vicini a casa nostra, non possiamo dimenticare Fausto Bertinotti, che prima fece cadere Prodi per difendere la purezza ideologica, per poi allearsi di nuovo con il centrosinistra per sostenere il Prodi II e diventare Presidente della Camera. Matteo Renzi, che giurava di non fare mai patti con i 5 Stelle, salvo poi essere l’artefice del governo Conte II. E, ovviamente, il Movimento 5 Stelle stesso, passato in pochi anni da “mai con la Lega” a “mai con il PD”, per poi fare governi con entrambi e infine diventare europeisti convinti.
Ma se parliamo di campioni del cambio di rotta, chi meglio di Trump e Meloni?

L’ex presidente USA ha collezionato giravolte su praticamente tutto: l’accordo commerciale con il Canada, le sue posizioni sulle imprese tecnologiche (prima nemiche, poi partner strategiche), e la gestione del Covid, passata in pochi mesi dal negare il problema a dichiarare di essere stato il migliore nel gestirlo.
Meloni non è da meno. Dopo aver elogiato Putin negli anni pre-governativi, ha rapidamente cambiato idea, diventando la più filo-atlantista tra i sovranisti europei. La sua storica opposizione all’Unione Europea? Dimenticata in fretta una volta che è diventata Presidente del Consiglio, quando ha iniziato a flirtare con Bruxelles per ottenere fondi e stabilità economica. Ma attenzione, perché ora è vicina a Trump: una nuova rottura con l’Europa all’orizzonte? Chissà, magari si prepara un’altra rovesciata di fronte.

In questo momento tra i due è luna di miele, fatta di sorrisi, strette di mano e dichiarazioni d’amore politico. Ma è solo questione di tempo prima che uno dei due “tradisca” l’altro per un nuovo colpo di scena. Non sarebbe la prima volta: sembra solo ieri che Biden, accogliendo Meloni alla Casa Bianca, le dava un affettuoso bacio sulla testa. Adesso Trump la vuole al suo fianco. Ma per quanto?
La verità è che Trump trova nella Meloni pane per i suoi denti. Noi italiani siamo maestri nell’arte del cambio di alleanza, capaci di passare con il più forte in un momento, come la Prima e la Seconda Guerra Mondiale ricordano. Machiavelli lo teorizzava, la politica italiana lo mette in pratica da secoli.
E così, tra promesse, smentite, ripensamenti e colpi di scena, Meloni e Trump ballano il loro caotico duetto sulle note di Hot and Cold. Un giorno insieme, un giorno forse lontani. Un giorno alleati, un giorno forse rivali. Proprio come canta Katy Perry:
“You’re hot then you’re cold, you’re yes then you’re no, you’re in then you’re out, you’re up then you’re down…”
Come questa canzone ha dominato le classifiche per anni, la relazione politica tra Meloni e Trump promette di essere un successo duraturo ma, guardando al passato, lo sarà solo fino al prossimo cambio di idea.
E allora nessuno dovrà stupirsi se l’anno prossimo dovesse esserci Trump con Masini, e non Fedez, a cantare Bella stronza a Sanremo.

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