“Homo Homini Virus” e il premier della porta accanto

Firenze – Mettiamoci un attimo a tavolino (facile, non facciamo altro tutto il giorno) e riflettiamo sulla drammatica situazione che il paese sta attraversando con migliaia di persone che rischiano la vita, altre migliaia che cercano di salvarle e milioni che attendono che la tempesta coronavirus sia passata chiusi in casa, stretti fra l’angoscia degli anziani e l’irrequietezza dei giovani.

Volgiamo per un attimo lo sguardo dal fronte dove si combatte ogni minuto il nemico invisibile, e ancora invincibile, per guardare alle retrovie. Un’economia bloccata che ha bisogno di urgenti iniezioni di denaro e di fiducia e di conseguenza molte persone che aggiungono all’ansia del contagio quella della possibile perdita del lavoro, dei soldi che forse non basteranno nemmeno per arrivare alla fine della quarantena.

Su che cosa dunque possiamo fondare le nostre speranze di recupero dopo una mazzata come quella che capita raramente nel corso di due o tre generazioni?  Tutte le crisi, piccole  o grandi  che siano, contengono anche aspetti che si possono volgere in positivo. Nel senso che segnalano quello che di utile può essere estratto da questa durissima esperienza.

Alcuni studi mostrano, per esempio, che il drastico rallentamento delle attività sta riducendo il tasso di inquinamento dell’aria come non avrebbe potuto mai alcun provvedimento preso “in stato dinamico” delle nostre comunità. Dal momento che la disciplina del “resto a casa” ci sta imponendo cambiamenti radicali nei nostri comportamenti, potrebbe essere l’occasione di una presa di coscienza della necessità di cambiarli anche in relazione al nostro tasso di rispetto per l’ambiente.

Del resto, come avviene sempre al tempo della peste, circolano felicemente nei social media teorie sul coronavirus come lo spazzino della natura che, per autodifesa, lancia i suoi agenti micidiali ogni volta che l’uomo sorpassa il limite dello sfruttamento delle risorse che la tengono in vita.

E ancora. Questa situazione di “homo homini virus” e di reclusione forzata rimette al centro la persona umana come “animale politico” che sopravvive e si realizza solo nella  relazione con i suoi simili. Nello scambio di emozioni e sentimenti, di immagini e ragionamenti. Facciamo la prova tutti, collettivamente, di cosa vuol dire sentirsi esclusi e guardati come una minaccia concreta. Posso essere io il colpevole o la vittima di una violenza invisibile, ma estremamente concreta e micidiale. Ricordiamocene quando sarà tutto finito e riprenderemo a discutere sull’accoglienza degli immigrati e sulla solidarietà verso le fasce più fragili della popolazione.

Sul piano individuale, la restrizione della libertà di movimento stimola le capacità di  pianificare una quotidianità in assenza di sistemi di distrazione di massa e di quotidiane routine di lavoro. In poche parole tutto ciò impone l’esercizio della creatività di ognuno e uno sforzo del tutto originale per sfruttare al meglio le ore di permanenza tra quattro mura. I risultati si vedranno dopo, quando occorrerà  applicare i frutti di questo esercizio per riprodurre, con altra consapevolezza, la società del benessere.

Guardando all’aspetto politico, poi, abbiamo ora la possibilità di osservare l’azione delle istituzioni e degli uomini che le guidano perché ci colpisce direttamente e in tempo reale.  E’ ormai  convinzione abbastanza diffusa che il governo e gli enti nazionali competenti abbiamo agito in modo corretto, pur con errori inevitabili, trattandosi di un’esperienza così estrema e così rara. Le decisioni sono state prese non sull’onda della paura e dell’emotività, ma seguendo una linea precisa e diritta e accompagnando gradualmente gli italiani alla coscienza della inevitabilità di decisioni drastiche di tutela e chiusura.

In stato di emergenza e di necessità, la politica si è dunque riavvicinata alla gente. E sicuramente è stato un bene che alla testa del governo vi sia un presidente “della porta accanto”, che riesce a trasmettere una certa serenità sulla sua competenza e anche sulla sincerità dei suoi comportamenti nei quali non traspare l’interesse personale. E’ l’uomo giusto al posto giusto e al momento giusto. I cattivi e gli ambiziosi, coloro che dividono invece di unire, è bene che se ne stiano in quarantena.

Total
0
Condivisioni
Prec.
Operatrici licenziate a Livorno, arriva la reintegra nel posto di lavoro

Operatrici licenziate a Livorno, arriva la reintegra nel posto di lavoro

Livorno – Reintegrate le tre operatrici delle pulizie all’ospedale

Succ.
Arrivato a Prato il materiale sanitario donato dalle associazioni cinesi

Arrivato a Prato il materiale sanitario donato dalle associazioni cinesi

Prato – Un primo importante carico arrivato dalla Cina a Prato per essere

You May Also Like
Total
0
Condividi