Firenze – Oltre al dramma per la perdita di vite umane, la guerra sta già provocando gravi effetti in termini economici e sociali. “In un solo giorno, il 24 febbraio, subito dopo l’invasione dell’Ucraina, le quotazioni del grano sono cresciute del 5,7%, raggiungendo i 9.34 dollari a bushel. Solo nei tre giorni successivi il costo della farina di grano tenero è aumentato del 10%. Una crescita che, andandosi a sommare agli incrementi di materie prime già registrati a partire dalla fine del 2021 e all’impennata dei costi energetici, sta rendendo antieconomica la produzione” spiega Andrea Panchetti, presidente dei dolciari e panificatori di CNA Firenze Metropolitana.
“Dovremmo rialzare i prezzi, ma portare a due euro un filetto da mezzo chilo che ora, dopo la prima ondata di rincari, costa 1,80 euro quando a giugno ne costava 1,50, è improponibile. Ancora più complicata la situazione per i fornitori della GDO: per molti di loro si prospetta la sospensione dell’attività, non solo per mancanza di marginalità, ma anche per difficoltà nella copertura dei costi d’impresa: personale, materie prime, energia, solo per citare alcune voci. Paradossale per un comparto che offre lavoro e in cui la domanda esiste” prosegue Panchetti.
Nei rapporti commerciali con l’Ucraina, spiega un’analisi di CNA, il settore agroalimentare risulta quello più colpito essendo il secondo fornitore del Paese dopo la Polonia. Sul lato delle importazioni, il nostro paese acquista soprattutto olii grezzi di girasole, frumento tenero e il mais per il quale Kiev è il nostro secondo fornitore assicurando una quota superiore al 20% del nostro fabbisogno.
Secondo Cai (Consorzi Agrari d’Italia), in apertura, ieri mattina, il Matif di Parigi, la Borsa merci di riferimento internazionale insieme a Chicago, ha segnato 20 euro in più a tonnellata per il grano tenero (+7%). Rispetto alla chiusura di lunedì scorso, il grano tenero è passato a 310 euro a tonnellata (+13%). E il prezzo dei prodotti agricoli strettamente dipendenti dalle importazioni da Russia e Ucraina, come appunto il grano tenero, è destinato a salire ulteriormente. I panifici nella Città metropolitana di Firenze sono oltre 400, quasi per il 70% artigianali.