Roma – Le teste di cuoio inglesi a caccia del killer del giornalista americano James Foldey che fu rapito in Siria il 22 novembre 2012 ed è stato decapitato dai miliziani ijhadisti dell’Isis, abbreviazione di Islamic State of Iraq and Syria. La Merkel: “Si rischia un genocidio”. Dal 2011 la guerra in Siria ha fatto oltre 191 mila morti (fonte Onu diritti umani).
La guerra dell’Isis in Iraq e Siria ha seminato negli ultimi giorni centinaia di morti nella regione di Raqqa. La Merkel avverte: si rischia un genocidio. Teheran e Baghdad chiedono uno forzo internazionale. Si starebbe per chiudere il cerchio sull’identità dell’uomo che ha tagliato la testa a James Foley: Londra ha messo in azione le teste di cuoio. Il principale indiziato, fin dai primi giorni successivi all’assassinio di Foley, è un rapper londinese di nome Abdel-Majed Abdel Bary. L’Isis ha trasmesso in diretta il truce assassinio attraverso il video “Messaggio all’America” che si conclude dicendo al pubblico: è la prima risposta promessa a Barack Obama per i raid aerei degli ultimi giorni contro l’Isis”.
L’escalation del massacro: oltre 191 mila persone uccise, accertate, dal 2011 in Siria, in tre anni di conflitto. “La paralisi internazionale – ha denunciato l’Alto commissario Onu per i diritti umani Navi Pillayha incoraggiato gli assassini, i torturatori e i devastatori in Siria”. Il rapporto delle Nazioni Unite, reso noto a Ginevra il 22 agosto, ha denunciato come i morti siano raddoppiato rispetto ai 93mila morti segnalati circa un anno fa. I dati riguardano solo i casi documentati e si tratta “senza dubbio di una sottovalutazione del numero reale”, ha afferma l’Onu.