Il “Grande Fratello” fa schifo. Assieme all’avvento dei social ha pervertito e corrotto l’ego di miliardi di persone, convinte che basti farsi guardare per essere interessanti, o peggio ancora che ci sia richiesta di selfie e resoconti pubblici e dettagliati della quotidianità.
Discorso troppo serio e complesso, fermiamoci subito.
Il “Grande Fratello VIP” in pillole è lo spazio di 10-15 minuti che ogni giorno divide Studio Aperto, il tg di Italia 1, da Studio Sport, fonte di sostentamento per i tanti calciofili e sportofili di casa nostra. Quindi in attesa delle notizie sportive una sbirciata viene naturale darla, anche perché la mediocrità altrui fa sempre bene, è terapeutica, fa sentire meglio chi la guarda. Mica saremo messi male come quelli del GF VIP, no?
Ma nemmeno è questo il punto.
E’ che non capisco.
Possibile sia il “Grande Fratello VIP” e non ci sia una faccia conosciuta? Chi sono? Cosa fanno nella vita? VIP de che? Perché dovrei conoscerli?
Non capisco.
O cambiate l’intestazione (“Grande Fratello sedicenti VIP”, al limite “Grande Fratello gli piacerebbe essere VIP”) oppure in sovraimpressione quando inquadrate i partecipanti fate comparire per favore la professione, oltre al nome. Per dire: l’altro giorno c’erano spezzoni sul nulla cosmico di tali Nikita (quella del film di Luc Besson?), Tavassi (è il cognome? E’ un soprannome?) e Sarah, rigorosamente con l’acca. Mai visti.
Cosa vi costa scrivere in sovraimpressione di cosa si occupano? Che ne so: Mario, disoccupato; Giuseppina, sedicente influencer; Arturo, fresatore con l’hobby della moda; Deborah, cassiera con l’hobby di Tik Tok; Luigi, aspirante falegname; Valentina, percettrice del reddito di cittadinanza. E via così.