Firenze – Il progetto di legge verrà discusso in consiglio regionale nei prossimi giorni, e fa rizzare i capelli in testa alle Guardie Ambientali Volontarie, conosoiute con l’acronimo di GAV. Infatti, spiegano in una nota, le modifiche che verrebbero introdotte da parte dell’assessore all’Ambiente Federica Fratoni alla legge 30/2015, renderebbero di fatto, secondo le 500 Gav che operano nelle 10 province toscane e in tre parchi regionali, impossibile la prosecuzione delle loro attività di vigilanza ambientale. Attività che comprendono importanti campi come la lotta al bracconaggio, alla pesca di frodo e all’abbandono dei rifiuti, la tutela degli animali di affezione e da reddito, del patrimonio agricolo e forestale, la prevenzione degli incendi boschivi e la protezione civile. Il progetto di legge che sarà discusso in Consiglio Regionale nei prossimi giorni non solo elimina infatti i finanziamenti regionali, ma intende ridefinire in maniera nebulosa e restrittiva le competenze delle Gav, demandando “a ipotetiche “convenzioni con altri enti locali” i finanziamenti indispensabili all’attività della vigilanza ambientale volontaria”.
A fronte di questa prospettiva, le Guardie Ambientali Volontarie della Toscana si uniscono come un sol uomo nel rifiutare quello che definiscono un ” tentativo di colpo di mano della Giunta Regionale” che passerebbe un colpo di spugna su 18 anni di vigilanza sul territorio. Se si “tagliassero le ali” delle Gav toscane approvando le modifiche alla legge 30/2015, “i controlli contro il bracconaggio e il maltrattamento degli animali, rendendo troppo facile l’abbandono dei rifiuti e la possibilità di mettere a rischio con gli incendi i boschi della nostra regione”.
Infine, la Gav lanciano un forte appello al presidente della Regione Enrico Rossi e ai consiglieri di maggioranza e minoranza, “affinché l’esperienza del volontariato di vigilanza ambientale non venga cancellata facendo un grande servizio a inquinatori e bracconieri, e annunciano, ove la posizione della Regione non mutasse, dure contestazioni contro chi vuol dismettere la tutela dell’ambiente”.