Guardia Costiera contro il pesce “finto” e la pesca selvaggia

Livorno – Ad Empoli, presso un punto di trasformazione e vendita all’ingrosso di alimenti, gli Ispettori Pesca della Guardia Costiera di Livorno hanno sottoposto ad accurati controlli numerose confezioni pubblicizzate con la scritta “gamberetto rosso di surimi”.

Al loro interno prodotti ittici dall’aspetto esteriore esattamente coincidente con le code di gambero sgusciate. In realtà si trattava genericamente di preparazioni alimentari a base di surimi, costituite prevalentemente da merluzzo dell’Alaska con il solo aroma del sapore di gambero. Nessun gambero o gamberetto, dunque, ma un composto di polpa di pesce di dubbia provenienza appositamente sagomato con la forma delle code di gambero e con sopra disegnate, con aroma colorato, le classiche striature rossastre dei pregiati crostacei.

Stante la fuorviante denominazione di vendita sono state sequestrate circa 6000 confezioni contenenti l’ingannevole prodotto sofisticato per un peso complessivo di oltre 600 Kg.

Le informazioni con cui il prodotto veniva messo in vendita, infatti, sono in contrasto con le pratiche leali di informazione, in quanto il consumatore avrebbe acquistato un alimento costituito prevalentemente da merluzzo dell’Alaska, con il solo aroma al sapore di gambero.

Più approfonditi controlli hanno condotto ad accertare che la merce era distribuita da una impresa all’ingrosso della provincia di Perugia e, pertanto, nei confronti dei due operatori commerciali sono state comminate sanzioni per un totale di 12.000 euro.

Questa attività fa seguito ad un’operazione condotta e coordinata a livello regionale dalla Direzione marittima della Toscana, denominata “PALINURIDAE”, scattata in questi primi mesi dell’anno per verificare il rispetto del periodo di fermo biologico previsto per alcune specie ittiche.

L’obiettivo è quello di tutelare quegli stock ittici, tra cui il pesce spada, gli astici e le aragoste che risultano a rischio estinzione a causa dell’eccessivo sfruttamento.

Nell’ambito di tale operazione è stata passata al setaccio dai militari l’intera filiera ittica, dall’attività di pesca in mare, allo sbarco, trasporto, distribuzione, vendita e somministrazione. Solo la scorsa settimana sono stati 29 i soggetti multati e ammontano a quasi 36.000 € le sanzioni comminate con la chiusura di 1 ristorante e con 1,5 tonnellate di prodotti ittici sequestrati.

Di particolare rilievo l’attività posta in essere da un mezzo navale della Capitaneria di Porto di Livorno che ha intercettato, nelle acque prospicienti le coste dell’Argentario, un peschereccio della marineria di Porto Santo Stefano che effettuava attività di pesca a strascico con un attrezzo non conforme alla normativa nazionale vigente a causa della ridotta dimensione delle maglie della rete.  Al Comandante del peschereccio è stata comminata una sanzione amministrativa pari a 2000 mentre l’attrezzo da pesca non conforme è stato sottoposto a sequestro amministrativo.

Circa 120 kg di pescato derivante dalla pesca illegale è stato devoluto in beneficenza.

Nel corso di uno dei controlli eseguiti invece nell’entroterra toscano, congiuntamente ai Veterinari e ai funzionari dell’Azienda U.S.L. Toscana Centro, il titolare di una pescheria della periferia di Prato è stato deferito all’A.G. per il reato di frode in commercio per aver esposto, all’interno del banco di vendita al dettaglio, tranci di squalo smeriglio venduti al posto del più pregiato pesce spada.

Da ultimo i militari della Capitaneria di Portoferraio, durante un’attività ispettiva eseguita congiuntamente ai funzionari del Dipartimento della prevenzione – Unità Sicurezza alimentare – dell’Azienda U.S.L. Toscana Nord Ovest, hanno accertato gravi carenze igienico-sanitarie che hanno condotto alla chiusura temporanea di un ristorante di Portoferraio.

 

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