L’Isgrec, Istituto storico grossetano della resistenza e dell'età contemporanea, la Provincia e il Comune di Grosseto, optano quest’anno per una celebrazione della Giornata del Ricordo, che metta al centro il tema più generale delle strategie della memoria. Come fare i conti con eventi della nostra storia, che bruciano ancora, a lungo taciuti, o affrontati, ieri e oggi, con un approccio, che rischia di inquinare la verità storica con argomenti impropri? Come gestire un calendario civile, come quello del nostro paese, in cui alcune leggi hanno contenuti più orientati a seguire l’utilità politica del momento, piuttosto che una sana pedagogia della memoria?
E’ un tema italiano, ma le ferite, aperte in Europa nella prima metà del Novecento sono appunto patrimonio europeo, temi condivisi. In alcuni casi i paesi europei hanno il ruolo di vittime, in altri di responsabili di crimini, più spesso un paese ha alle spalle, insieme, sofferenze inflitte e sofferenze patite. Così, nel convegno internazionale “La Repubblica e le sue memorie. Verso una cittadinanza europea”, una rete internazionale di soggetti, pubblici e privati, si troverà a discutere di politiche della memoria, di rapporto storia-memoria, dell’uso pedagogico-didattico dei luoghi della memoria.
Sono in gioco il mestiere dello storico, la professionalità dell’insegnante, la voglia di sapere e capire delle nuove generazioni, il difficile rapporto col proprio passato di chi, ancora testimone o protagonista presente, può esser rimasto chiuso in vecchi rancori o riesce a guardare al futuro della cittadinanza europea. Nessuna idea di memoria condivisa può essere coltivata realisticamente. Le memorie individuali sono e restano attaccate alle singole esperienze. Ma alle istituzioni spetta il compito di gestirle, anche se sono divise.
Non può esserci indulgenza per un rapporto col passato, che non sia all’interno dei valori costituzionali, della chiara dichiarazione delle ragioni, che hanno ispirato il passaggio dal tempo delle violenze di Stato al tempo della carta dei valori della Repubblica, valori condivisi con l’Europa degli Stati democratici. Rispetto per tutte le vittime, pietà per tutte le morti, contemporaneamente uscita dalla rivendicazione di ragioni che non hanno diritto di cittadinanza nella Repubblica, che nel 1948, proprio per uscire dal lungo calvario di una dittatura e della guerra, si è data la grande Costituzione, fondata su principi, che l’antifascismo storico aveva potuto far prevalere, in Italia e in Europa. Da qui deriva la scelta di un terreno culturale e pedagogico, che toglie diritto di cittadinanza a voci, che vogliano usare strumentalmente il passato.
L’Isgrec propone nel grossetano da molti anni un approccio di ricerca storica, documentazione, formazione degli insegnanti e degli studenti, produzione di materiali didattici e di strumenti di divulgazione, improntati alla più valida ricerca scientifica. E’ una scelta, che ha accreditato il gruppo grossetano dell’Istituto storico a livello nazionale, come punto di riferimento per i temi, di cui si deve trattare il 10 febbraio, nella Giornata del Ricordo.
Prima del convegno, dal 10 al 15 febbraio, Istituto aperto per la scuola, classi, studenti, insegnanti, cittadinanza. E una lunga lista di impegni, in Toscana e in altre regioni, dove si portano i materiali didattici, vecchi e nuovi, che documentano il lavoro storico-didattico, che è stato prodotto. Ultimo, un volume appena uscito, edito a Torino, con un saggio di Luciana Rocchi.