Green pass obbligatorio per entrare in tutti i luoghi di lavoro. Ecco la scelta del governo, sul fronte della lotta al Covid. Bisogna fare in fretta, per raggiungere entro un mese almeno la soglia di sicurezza dell’80% di vaccinati. Perciò Mario Draghi decide di puntare sul certificato verde: “Funziona, è monitorato, è una soluzione accomodante”, ha detto ai sindacati, spiegando perché si è preferito imporre il Pass e – per ora – non l’obbligo di vaccinazione. È un “percorso che unifica”, ha sottolineato il premier. Dalla metà di ottobre bisognerà essere vaccinati, aver fatto un tampone o essere guariti dal Covid, per entrare in uffici pubblici e privati, ma l’obbligo dovrebbe essere esteso anche a studi professionali, negozi, ristoranti.
Arriva la sospensione dal lavoro e quindi dallo stipendio dopo 5 giorni di accesso senza il Green pass. È l’orientamento che emerge al termine della cabina di regia del governo. La sanzione varrà sia per il pubblico che per il privato. Per chi eluda i controlli viene anche prevista una sanzione pecuniaria. E vengono fatte salve altre sanzioni disciplinari.
Per chi si presenta al lavoro senza, ci saranno sanzioni: una multa, che dovrebbe andare dai 400 ai 1000 euro, e disciplinari, che saranno modulate sulle diverse categorie. Aspetto delicato quello delle sanzioni, difficili da applicare soprattutto nel privato, ma da modulare anche nel pubblico a seconda del tipo di amministrazione, con diversi procedimenti disciplinari: ci sarebbe la sospensione dal lavoro e dallo stipendio dopo violazioni reiterate per alcune categorie, come già per gli insegnanti.Green pass obbligatorio anche per deputati e senatori nonché per consiglieri regionali e tutte le altre cariche elettive. E’ quanto si apprenda da fonti di maggioranza al termine della cabina di regia a palazzo Chigi. Unica eccezione sarebbe stata prevista per tre organi costituzionali a cui si darebbe mandato di autoregolamentarsi, adeguandosi tuttavia all’obbligo.