Atene – E’ un trionfo, senz’altro. Si parla della vittoria di Syriza, il partito di sinistra radicale anti austerity, su cui convergono i voti del 36,3% dei greci stremati da misure che hanno ridotto il paese in ginocchio. Una vittoria eccezionale se pur con un ma: Syriza si ferma infatti a 149 seggi su 300, due, solo due in meno di quanti gli servono per governare con un monocolore. Al secondo posto, Nuova Democrazia, il partito dell’ex-premier, conservatore di centrodestra e a braccetto con la Troika, che si aggiudica il 27, 8%, vale a dire 76 seggi (rispetto ai 129 di due anni fa); terzo, secondo le previsioni, il partito neo-nazista Alba Dorata, con 6,28%, che equivalgono a 17 seggi, uno in meno rispetto alle elezioni precedenti. Segue To Potima, il partito centrista, con il 6,05%, che equivale a 17 seggi. Kke, il partito comunista greco, guadagnano 3 seggi in più rispetto a due anni fa, 15 seggi, con la percentuale del 5,47%. La formazione nata dalla scissione da Nea Demokratia, Greci Indipendenti, perde 7 seggi a questa tornata elettorale, posizionandosi al 4,75% e guadagnando 13 seggi. Sempre a 13 seggi si assesta il Pasok, il partito socialista che conobbe grande fortuna nell’avvicendamento con Nea Demokratia dopo la caduta del regime dei colonnelli nel 1974, con il 4,68%. Affluenza alta almeno rispetto alle precedenti consultazioni: 63,87% mentre nel 2012 i votanti erano stati 62, 47%.
Se questo è il quadro, le considerazioni politiche sono quelle di una grande attesa. Con questa mossa infatti la Grecia diventa il primo laboratorio sperimentale per costruire un’uscita dalla crisi che supera, almeno nelle intenzioni del leader, i binari su cui la troika ha impostato tutta una politica economica, che dopo 7 anni di crisi non ha visto neppure una sia pur timida speranza di uscita, in particolare per un popolo allo stremo come quello greco. La privatizzazione della sanità, l’implosione del sistema pubblico, i tagli feroci hanno ridotto la maggioranza dei greci sotto le soglie della povertà.
E dunque, la vittoria di Tsipras è in buona sostanza dovuta a una proposta politica che chiede all’Europa di marciare in un’altra direzione. Basta austerity. Basta tagli e basta privatizzazioni forzate. Con l’Europa, dice Tsipras, si può trovare un’altra soluzione. Con l’Europa, non contro. E questa è già premessa che in qualche modo si rivolge alle voci preoccupate dei partner europei. Come quella del tedesco Jens Weidmann, presidente della Bundesbank, che ci tiene a mettere le mani avanti: nessuno sconto alle politiche anti-austerity del nuovo governo. A cosa si riferisce il potente “capo” tedesco è chiaro: dal taglio del debito da ricontrattare con l’Unione europea, dall’aumento delle pensioni e degli stipendi al taglio delle tasse, insomma, tutto ciò che per Syriza è “emergenza umanitaria” preoccupa Weidmann, la Bundesbank e la troika (Ue, Bce e Fmi). Che, d’altro canto, Tsipras definisce ormai “storia del passato”.
Ma i giochi che partono stamattina sono quanto mai aperti. Prima di tutto, fra circa un’ora (l’incontro è previsto alle 10,30) Tsipras incontrerà il leader di Greci Indipendenti, Panos Kammenos, indicato come il più probabile alleato nel futuro governo, che porta in dote 13 seggi, più di quanto bastano a Syriza per formare una maggioranza sicura. Ma non è tutto. Intanto, è sintomatica l’alleanza con Kammenos, conservatore, possibile grazie alla stessa posizione contro il “Memorandum” steso dal precedente governo con la Troika. Una posizione che appartiene anche ad altre formazioni politiche con cui Tsipras si incontrerà secondo i media greci: il leader di Potami, ad esempio, considerato alla viglia delle votazioni come possibile alleato, Stavros Theodorakis, ma anche il partito comunista greco. L’altro appuntamento stamattina è con il presidente greco Karolos Papoulias, che dovrebbe conferirgli l’incarico di formare il nuovo esecutivo. Se l’accordo con Greci Indipententi dovesse confermarsi in mattinata, prima dell’incontro col presidente, l’esecutivo Tsipras potrebbe essere messo in campo velocemnte, tanto da essere già pronto mercoledì, giorno in cui potrebbe prestare giuramento. E poi … poi, fischio d’inizio, con tutta l’Europa sugli spalti a guardare.
Foto: Cristiano Lucchi da Atene