Firenze – A chi non piace il pane? Di ogni tipo e forma il pane entra nella dieta quotidiana di grandi e piccini e per questo è importante sapere con cosa è fatto e come è fatto. Oggi, in economia, si parla molto di “chilometro zero” cioè di merci che vengono prodotte e commercializzate nel territorio di produzione, un processo che permette risparmio per l’ambiente, tracciabilità e qualità migliore. Ma quando si parla di pane, e quindi di grano e di farina, bisogna fare attenzione. Il prezzo del grano è stabilito a livello mondiale, indipendentemente dal paese in cui viene prodotto. Questo comporta che il prezzo stabilito può non essere sufficiente al coltivatore per produrre un grano di buona qualità. Per rientrare nel prezzo, infatti, il produttore di grano dovrà, come minimo, usare concimi e sementi di qualità inferiore.
Intorno alle nostre città i campi coltivati sono ancora tanti ma spesso non ci facciamo neanche caso, eppure è un settore che merita grande attenzione, sia a livello economico che a in termine di salute. Per questo a Prato prende sempre più forza l’Associazione GranPrato, una rete che accorpa agricoltori, molini e fornai, dove il concetto di Kmzero si unisce a quello di grande qualità e prezzo controllato. Così ai produttori il grano sarà pagato più del doppio del prezzo di mercato cosa che, alla fine della filiera, porterà al consumatore un aumento minimo sul prezzo al chilo del pane offrendo, al tempo stesso, una qualità veramente superiore e riconoscibile da un bollino di qualità.
Marco Bardazzi dell’omonimo molino ha spiegato quanto sia importante il disciplinare a cui gli aderenti devono sottostare. “Promotori e nello stesso tempo protagonisti dell’Associazione siamo noi, agricoltori, mugnai e fornai, noi che abbiamo deciso di mettere la nostra esperienza e la nostra passione al servizio della comunità locale per valorizzarla nel rispetto dell’ambiente”
Le attività di consulenza messe in atto dall’associazione sono, infatti, rivolte a migliorare i processi di produzione, a definire politiche commerciali diverse, migliorare la conoscenza degli associati in termini di proprietà nutraceutiche e tecnologiche delle cultivar impiegate, diffondere informazioni, far conoscere il territorio. Oltre 800 ettari destinati alla produzione di cereali e più di quattro quintali la settimana durante lo scorso anno con un andamento esponenziale sono la prova che il progetto tiene.
Partito circa due anni fa che vede coinvolti anche la Provincia di Prato Confartigianato, CIA e Coldiretti, oltre a Comune di Prato e Montemurlo è un esempio di come, l’economia si possa muovere, senza “abbassare la testa”. Il pane Con il bollino GranPrato non si troverà nelle grandi catene di supermercati e noi speriamo di non trovarlo mai, perché la filosofia del progetto, parla di vecchi forni, di ritrovati profumi, di recupero di rapporti umani.