Grandi opere toscane, la linea è una: avanti tutte tutti insieme

Firenze – Un incontro ieri sera, con il sindaco di Firenze Dario Nardella e i vertici del Partito democratico, per ribadire un principio: sulle grandi infrastrutture si va avanti, cercando soluzioni positive, ma senza mollare niente. Insomma, niente scambi, niente concessioni: “dall’otre” di omerica memoria in cui stanno le opere toscane non ne va lasciata sfuggire neppure una. Pena, secondo quanto ha spiegato oggi in un incontro con la stampa il governatore Enrico Rossi, un salto all’indietro e un ritorno “in mare aperto”. E su questo, tutti uniti. Tanto più che, come annuncia Rossi: “Ho incontrato Renzi a Viareggio e siamo rimasti d’accordo che nel Patto per la Toscana troveranno posto tutte le questioni infrastrutturali che riguardano l’area fiorentina. Inoltre ci saranno anche quelle che riguardano la costa, con le aree di Livorno, Piombino e la Tirrenica saranno scritte in un accordo per la Toscana. Nel frattempo non rimaniamo certo fermi in attesa del Patto come testimonia la firma di ieri a Roma con il Ministero dello sviluppo economico che darà il via a 600 milioni di investimenti da parte di General electric, per la maggior parte in Toscana”.

Un incontro necessario per riprendere slancio dopo le sentenze del Tar che si sono abbattute sulle opere di punta della Regione Toscana, a cominciare da quella, fresca, fresca, dell’inceneritore di Sesto, su cui Rossi si sofferma, spiegando che il dato importante della sentenza è, ad oggi, lo stop ai lavori deciso dal tribunale amministrativo. Ma la responsabilità di quello stop, ribadisce con forza Rossi, “non è della Regione”. Infatti,  spiega il governatore, le responsabilità e gli atti necessari per il procedere del progetto, fino a gennaio, erano state fatte salve. Vale a dire, che il caos si scatena dopo che il venir meno delle Provincie realizza un passaggio di competenze. Un punto dirimente, secondo Rossi, in particolare per quanto riguarda una delle motivazioni dello stop del Tar, vale a dire la creazione di un boschetto di “mitigazione” “che è altra cosa – ribadisce il presidente – rispetto alla realizzazione del Parco Agricolo della Piana”, questo sì di competenza regionale tout court. D’altra parte, questo non è che uno dei due motivi per cui il Tar ha bocciato i cantieri: il primo, infatti, riguarda il ruolo della Città Metropolitana, che, si legge nella sentenza, “non poteva disporre variante agli strumenti urbanistici dei Comuni interessati soprattutto del Comune di Sesto Fiorentino, dovendo invece coinvolgere le amministrazioni locali attraverso un accordo di pianificazione previsto dalla normativa regionale”. Circa poi l’annunciata lettera di Qthermo la newCo incaricata dei lavori, “è inutile che si facciano lettere – ha detto Rossi – il boschetto richiamato dalla sentenza toccava alla Provincia, non alla Regione”.
Ed ora? Ora, spiega Rossi, “la prima mossa spetta alla società incaricata dei lavori: come Regione aspettiamo una richiesta ufficiale, vediamo come si fa a ricominciare la procedura”. 

Ma i nodi non si esauriscono qui. Sentenza del Tar pesante anche sulla gara del trasporto pubblico locale, che com’è noto, ha annullato le assegnazioni. Se il principio, generale e condiviso, dice Rossi è “Vinca il migliore”, il che significa “trovare una regola per applicarlo al meglio”, altra cosa è capire in concreto “quale tipo di gara fare” per salvaguardare questa che è una scelta di merito e legalità. Tra l’altro, dice Rossi, si attendono anche risposte romane. In ogni caso, il problema dei trasporti non si esaurisce, a sua volta, neppure con la gara del trasporto pubblico locale, ma riguarda anche altri punti irrisolti e da tempo sul tavolo. Anche di questo l’incontro di ieri sera ha trattato, a cominciare dal raddoppio della Ferrovia Montecatini – Lucca, su cui la soluzione urge anche in riguardo a quanto già speso dalla Regione, 250milioni di euro, precisa Rossi, motivo per cui “non si può perdere tempo”. Che dire allora della Tirrenica, che dal 2010 è tema di speciale attenzione da parte dello stesso Rossi, e su cui ora “mi si dice che la risposta deve darla Bruxelles?”. Notizia positiva sembrerebbe giungere invece dalle   terze corsie di A1 e A11, dove sembra che l’inizio dei lavori sia imminente. 

Infine, toccati anche due nodi importanti, l’allargamento dell’aeroporto fiorentino e la questione Tav. Quanto a quest’ultima, la preoccupazione maggiore che sembrerebbe essere emersa nel corso dell’incontro di ieri sera, riguarderebbe le linee di trasporto regionale, dal momento che un sistema che si impernia su Santa Maria Novella, potrebbe richiedere altri punti di fermata dell’AV. “I nostri cittadini hanno diritto a trovare l’alta velocità la più vicina possibile ai treni regionali”, dice Rossi. Insomma,  sembra di capire che il vero punto sia la necessità di una “stazione passante”, che allontani il rischio di essere “bypassati”. Infine, toccato anche l’ampliamento dell’aeroporto fiorentino, in cui, dice Rossi, “siamo in attesa: stiamo aspettando la conclusione della Valutazione di impatto ambientale nazionale”. 

 

 


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