Ha quattro ali l’Angelo in ginocchio di fronte alla Madonna, che ha in grembo un libro. Nello sfondo oro tipico della pittura senese dell’epoca, Maria sembra già consapevole del messaggio che sta per ricevere. È l’Annunciazione di Ambrogio Lorenzetti, capolavoro della Pinacoteca Nazionale di Siena, che prenderà il volo verso New York, in virtù di un prestito concesso dal direttore Axel Hemery. Sarà una delle opere di punta della mostra “Siena: The Rise of Painting, 1300-1350”, che si terrà al Metropolitan Museum di New York dal 7 ottobre 2024 al 25 gennaio 2025. E che dopo avrà un’altra versione alla National Gallery di Londra, sempre limitatamente a quello spezzone del Trecento, dall’8 marzo al 22 giugno 2025. Dai due musei tra i più importanti al mondo arriva così un riconoscimento di grande significato per l’arte italiana e in particolare per il genio espresso da quella città-scrigno, Siena, che nel XIV secolo era già aperta e connessa con il mondo. Fino alla terribile peste che ne fece scempio nel 1347.
Perché da due metropoli internazionali giunga in contemporanea un’attenzione così profonda per l’arte senese, tanto da catapultarla nel catalogo delle mostre-top dei due musei, ha una spiegazione già nella squadra dei curatori. Nella lettera firmata dai direttori dei due musei – Max Hollein e Marina Kellen per il Metropolitan Museum e Gabriele Finaldi per la National Gallery – appaiono infatti, tra gli altri, i nomi di Imogen Tedbury, autrice di saggi su Simone Martini, e Stephan Wolohojan, esperto della pittura europea e italiana in particolare. Così conclude la lettera di intenti inviata agli enti senesi proprietari delle opere d’arte: “We hope you will share our enthusiasm for this project reassessing tre significance of Sienese painting”. E cioè: “Ci auguriamo che condividiate il nostro entusiasmo per questo progetto che rivaluta il significato della pittura senese”.
La lettera, oltre che alla Pinacoteca, è stata inviata anche al Museo Diocesano e al Museo dell’Opera del Duomo. Di grande significato il prestito alla National Gallery di questo museo dove è esposta la Maestà di Duccio Boninsegna. Il rettore Giovanni Minnucci ha infatti annunciato a La Nazione, una sorta di scambio: partiranno per Londra quattro predelle ai lati della Maestà, ma in cambio sono state richieste le altre tre predelle che sono nei musei di Londra e New York, per una grande mostra che il Museo dell’Opera del Duomo di Siena sta preparando per il 2026. Il Museo Diocesano ha concesso la sinopia della Madonna Annunciata di Ambrogio Lorenzetti dell’Eremo di Montesiepi. Per altre richieste è stato detto no, per altro sono ancora in corso gli approfondimenti.
La scelta dei curatori delle due grandi esposizioni, che hanno lavorato in sinergia, è quella di sottolineare la “nascita della pittura” attraverso le opere di quattro grandi artisti senesi: Ambrogio e Pietro Lorenzetti, Duccio di Boninsegna e Simone Martini: “Nei decenni che precedettero la catastrofica epidemia di peste – scrive il Metropolitan Museum nell’annuncio della mostra – Siena fu teatro di un’innovazione e di un’attività artistica fenomenali. Mentre Firenze è spesso considerata il centro del Rinascimento, questa presentazione offre una nuova prospettiva sull’importanza di Siena, dalla profonda influenza di Duccio su una nuova generazione di pittori allo sviluppo di pale d’altare narrative e alla diffusione di stili artistici al di fuori dell’Italia”.
E la National Gallery ha così enfatizzato l’annuncio dell’esposizione: “All’inizio del XIV secolo nell’Italia centrale, a Siena, si vive un momento d’oro per l’arte, un catalizzatore di cambiamenti. Gli artisti Duccio, Simone Martini e i fratelli Pietro e Ambrogio Lorenzetti stanno forgiando un nuovo modo di dipingere. Lo fanno con una drammaticità che nessuno ha mai visto prima. I volti mostrano emozioni. I corpi si muovono nello spazio. Le storie scorrono sui pannelli in scene colorate”.
Al di là dei prestiti da Siena e da altri musei sparsi per il mondo, fra le opere esposte ci saranno i capolavori già presenti a New Yoork e Londra. Per esempio, nella collezione del Metropolitan Museum: la Madonna con Bambino di Duccio di Boninsegna, la Crocifissione di Pietro Lorenzetti, le tre tavole di Simone Martini esposte l’una accanto all’altra, la Madonna con bambino, il Sant’Andrea e il Sant’Ansano protettore di Siena che innalza un vessillo bianco e nero. Se le opere d’arte provassero emozione, oltre che a trasmetterla, forse il Sant’Ansano sarebbe senz’altro emozionato per la grande ribalta internazionale ormai imminente.