Le grandi manovre infrastrutturali reggiane passano, per ora, solo dalle ex Officine reggiane dove i segni del cambimanerto (e dell’investimento) sono visibili e tangibili. Sul resto si registra al momento più fumo che arroto. E così se cominciano a bussare alla porta della Stu (società di trasformazione urbana) partecipata da comune di Reggio e Iren rinnovabili, anche importanti multinazionali che vorrebbero avere uno spazio nei capannoni 17 e 18 del tecnopolo dell’innovazione e della ricerca, sugli altri mega-progetti si rincorrono solo voci.
Per esempio sul futuro della cosiddetta Arena della musica del Campovolo che continua a vedere una sola manifestazione di interesse (peraltro palesemente esplicitata nel corso degli anni coi concerti-eventi di Ligabue), quella del manager del Liga Claudio Maioli con la sua Friends & partners. Arena d’accordo, ma in quale area del Campovolo visto che quella nord (dove si celebra FestaReggio), oggetto del bando di subconcessione scaduto da poco, continuerà molto probabilmente ad essere gestita direttamente dal Pd?
Ma anche sul futuro del Mirabello pende un grande punto interrogativo; l’attuale concessione scade a fine giugno e nel frattempo i due concerti annunciati (Pezzali e Negramaro) sono in forse perché la giunta Vecchi ha precisato che il mitico stadio a ridosso del centro sarà off-limits per la musica. Non resta che ridimensionarsi e tornare in piazza della Vittoria una volta liberata dal cantiere del parcheggio.