“Caro Caselli, avevamo ragione noi”. Lettera al listone neo-centrista

“Caro Caselli, avevamo ragione noi”. Lettera semi-aperta al listone neo-centrista della Cirenaica
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Dario Caselli

Caro Caselli, avevamo ragione noi. Allora non abbiamo preso fischi per fiaschi, né siamo stati colpiti dal caldo estivo. A ben vedere, leggendo tra le righe della sua smentita era chiara la conferma alla notizia che noi prima di tutti abbiamo scritto: “Anche se dà fastidio a molti, la Città è piena di “paraculi”, penso che sarebbe ora di cambiare, l’attuale amministrazione ha inanellato molti fallimenti, Areoporto, Fiere, Iren, meno 80% dalla quotazione e soprattutto la lettura della crisi e della globalizzazione è oltremodo datata, come si vede dal “crollo” di molte cooperative. Insomma, il circuito partito, sindacato, cooperative, non funziona più, per questo dico che è ora di cambiare, vivo del mio lavoro, a differenza di altri non ho bisogno di prebende, scrivo quello che penso e non lo firmo redazione e pertanto sono libero di dire: è ora di cambiare, questi se ne devono andare”. Se questo non è un programma, poco ci manca…

Era il 25 luglio e solo pochi sapevano che lei stava tessendo i fili di quella eterogenea creatura che ha preso forma pochi giorni fa alla Cirenaica: la lista civica Grande Reggio. D’altra parte non era difficile arrivare a capire che qualcosa in pentola stava bollendo. E soprattutto che lei non si sarebbe accontentato del lavoro che le dà da vivere e che, questo ti va riconosciuto, non la obbliga a fare politica per mangiare. Ma la passione è più forte e il richiamo del centro irresistibile. Lo si era capito quando, in febbraio, aveva acquistato una pagina di un quotidiano locale per pubblicare una sorta di manifesto dell’ex democristiano montiano. Seguivano alcune decine di firme, fra cui quelle di alcuni ex esponenti della Balena Bianca nel dimenticatoio dai tempi del Caf. Tra valori non negoziabili e appelli al rinnovamento, il manifesto suonava come una “chiamata alle armi” per cattolici senza patria.

Ma da allora sembra passata un’epoca. Monti politicamente non esiste più e a Reggio ci avviciniamo al voto senza un’alternativa credibile alla candidatura di Luca Vecchi. Quale occasione migliore, dunque, per mettere insieme le opposizioni sotto un unico vessillo. E anche qui, caro Caselli, non ci siamo sbagliati. Avevamo scritto che la proposta sarebbe aperta a tutte le forze di opposizione, con l’esclusione del Movimento 5 Stelle: dagli ex leghisti di Progetto Reggio, al Pdl passando per l’ex sindaco Antonella Spaggiari. A guardare chi c’era alla Cirenaica possiamo dire che abbiamo fatto centro.

Ci permetta però di avanzare qualche dubbio sul progetto politico: lei sa bene che il civismo a Reggio non ha mai fatto breccia e non è detto che il risultato della somma di anime e sensibilità tanto diverse corrisponda a quello dei voti. E davvero pensa di realizzare il grande centro con gli ex leghisti che hanno abbandonato il Carroccio del dopo Bossi al grido “non moriremo democristiani”? L’impressione è che Grande Reggio sia un carro piuttosto affollato di scontenti ed ex di tutti i tipi. Ma forse questa volta siamo noi a sbagliarci.

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