Firenze – È il giorno del grande ritorno alla sua dimora per il ritratto di Leone X con i due nipoti, capolavoro di Raffaello. Un’accoglienza che Firenze festeggia con una mostra “Raffaello e il ritorno del Papa Medici: restauri e scoperte”, a lui dedicata in Palazzo Pitti dopo la trasferta romana per il 500esimo anniversario della morte di Raffello Sanzio alle Scuderie del Quirinale, che a suo tempo aveva sollevato disappunto e polemiche, e per il felice restauro operato dall’Opificio delle Pietre Dure, durato due anni.
Dal 27 ottobre 2020 al 31 gennaio 2021 nella Sala delle Nicchie della Galleria Palatina a Palazzo Pitti è esposto il celebre dipinto Ritratto di Leone X con i cardinali Luigi de’ Rossi e Giulio de’ Medici insieme ai pannelli dettagliati che documentano il delicato e prezioso lavoro di restauro compiuto dai massimi esperti del celebre laboratorio fiorentino.
Il restauro, reso necessario da pericolosi sollevamenti dello strato pittorico e sovrapposizioni di colore di precedenti restauri che rendevano la composizione poco definita, fu iniziato nell’autunno 2017. Attraverso un raffinato lavoro di indagine che comprende anche radiografiche e microscopia ottica, la famosa tavola ha svelato i suoi segreti e i brillanti colori. Finalmente c’è la certezza del lavoro integrale realizzato dal maestro urbinate.
Sia Leone X che le due figure laterali sono state dipinte interamente da Raffaello. Così le ipotesi di un intervento successivo con l’inserimento nella composizione pittorica dei cardinali Giulio de’ Medici e Luigi de’ Rossi è definitivamente smentito. Infatti, è stato constatato che il disegno dei tre prelati era già impostato nel disegno preparatorio.
Figlio di Lorenzo il Magnifico, Leone X era un pontefice colto, amante delle arti e della buona tavola. Il suo ritratto giunse a Firenze nei primi giorni di settembre del 1518 in occasione delle nozze del nipote Lorenzo de’ Medici, duca di Urbino, con Madeleine de la Tour d’Auvergne. Il Papa è il protagonista della composizione di Raffaello, con i suoi ricchi ornamenti. I colori che danno forza alla scena riguardano tutte le sfumature e le lacche del rosso, dalle preziosità che avvolgono Leone X, alle vesti dei due cardinali della famiglia Medici fino alle suppellettili in primo piano. Giovanni de’ Medici, il Papa ha in mano la lente, suo segno distintivo.
Tra il popolo era soprannominato “Talpa”, ma Raffaello elegantemente lo raffigura in procinto di leggere una Bibbia con una lente molto simile a quella che, registrata nei vecchi inventari medicei è “detta di Leone X”, e attualmente conservata al Museo Galileo di Firenze. La ricchissima Bibbia, aperta all’inizio del Vangelo di Giovanni, è un capolavoro miniato del Trecento napoletano, illustrato da Cristoforo Orimina, famoso miniatore della corte angioina, per la regina Giovanna I.
Il quadro, dopo l’esposizione sarà collocato nella Sala di Saturno di Palazzo Pitti insieme ad altre opere di Raffaello, tra cui spiccano i ritratti Papa Giulio II e quello del Cardinal Bibbiena.
L’esposizione “Raffaello e il ritorno del Papa Medici: restauri e scoperte” è curata da Marco Ciatti, soprintendente dell’Opificio delle Pietre Dure e da Eike Schmidt, direttore degli Uffizi.
In foto: Santi Raffaello, detto Raffaello Sanzio (Urbino 1483 – Roma 1520)
Ritratto di Leone X con i cardinali Luigi de’ Rossi e Giulio de’ Medici, olio su tavola
Gallerie degli Uffizi, Galleria Palatina ed Appartamenti Reali. Inv. 40, Palatina (1912)