Granarolo, la Procura chiede il carcere per due fermati

Conseguenze giudiziarie in vista dopo i blocchi e gli scontri tra facchini e forze dell’ordine.

Dopo le manganellate il rischio del carcere. Si annunciano conseguenze giudiziarie pesanti nella vicenda della protesta dei facchini aderenti al “Si Cobas” davanti ai cancellid ei magazzini Granarolo. Dopo mesi di tensioni, nei giorni scorsi è riscoppiata la protesta contro le cooperative di gestione della logistica. Giovedì e venerdì si è arrivati al blocco dei cancelli, e in particolare nella prima giornata si sono registrati scontri con le forze dell’ordine conclusi con il fermo di due manifestanti da parte della polizia.

Si Cobas ha quindi annunciato una giornata di sciopero degli addetti alla logistica in tutta la provincia, poi ha proclamato lo stato di agitazione nazionale, invitando “tutte le strutture di base del sindacato, e tutti i militanti solidali, a livello nazionale, a intraprendere adeguate forme di mobilitazione politica ed economica a sostegno della vertenza Granarolo che, col passare dei mesi, manifesta inalterata e addirittura crescente, tutta la sua forza”.

“Le forze dell’ordine e la Procura non possono che applicare la legge, anche se il problema non si risolverà sul piano dell’ordine pubblico o per via giudiziaria”. Così il procuratore aggiunto e portavoce della Procura di Bologna, Valter Giovannini, che ha spiegato come sui blocchi dei facchini davanti alla Granarolo e sulle proteste simili in altre realtà della provincia ci siano “decine di procedimenti pendenti”.

La pm Beatrice Ronchi, nella convalida fissata per lunedì, chiederà per i due fermati il carcere per il rischio di reiterazione del reato. Ieri il magistrato ha sentito un maresciallo dei Carabinieri che ha confermato la dinamica dei fatti accertati che aveva portato ai fermi. L’avvocato che assiste i due manifestanti, Marina Prosperi, aveva preannunciato che ne avrebbe chiesto la liberazione perché non c’erano – a suo avviso – i presupposti per fermarli.

La protesta è scoppiata quasi un anno fa in seguito ad alcune scelte aziendali – di cooperative di facchinaggio che gestiscono la logistica per conto di colossi come Granarolo – relative ai compensi e al trattamento dei dipendenti.

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