Goletta Verde, mare italiano “ferito” ogni 51 km dall’inquinamento

Roma – Un lenzuolo bucato. Anzi, un lenzuolo bucato in media ogni 51 km. E’ questo uno dei risultati che sono stati acquisiti dalla storica campagna realizzata da Legambiente lungo le coste italiane. Goletta Verde ha setacciato le coste italiane negli ultimi due mesi, e ciò che ha trovato non consente di dormire sonni tranquilli. Le criticità si rilevano in gran parte delle regioni: in testa alla classifica Abruzzo e Marche con, rispettivamente, l’88% e l’83% dei prelievi risultati inquinati, seguono Calabria e Lazio, con il 79 e il 75%, mentre le migliori regioni sono Sardegna e Toscana.

Ma il dato rimane: in media, il mare italiano ha un punto inquinato ogni 51 chilometri di costa. Su 264 campioni di acqua analizzati dal laboratorio mobile di Goletta Verde, sono stati 186, vale a dire il 55%, a risultare fuorilegge per i parametri microbiologici previsti dalla normativa. Anche se si tratta per oltre l85% di campioni prelevati accanto alle foci di fiumi e canali sospetti, dove la sorpresa non è stata grande, mentre nelle spiagge abitualmente frequentate dai bagnanti su 146 campioni solo 22 sono inquinati.

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Ciò che uccide il mare è in buona sostanza la mancata depurazione, come ricorda anche Stefano Ciafani, vicepresidente di Legambiente: “Lo stesso governo ricorda che attualmente solo il 64% degli italiani è servito da impianti di depurazione e il ritardo che abbiamo accumulato rispetto agli obiettivi imposti dall’Europa ci potrebbe vedere infliggere una multa di mezzo miliardo di euro. Chiediamo quindi all’esecutivo di sbloccare le opere utili come quelle a tutela del mare anzichè ricorrere al solito lungo elenco di opere stradali e autostradali”.

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 Il problema delle sanzioni europee è alle porte. E’ di quest’anno

l’avvio della terza procedura di infrazione da parte della Commissione europea, che segue le due sentenze di condanna, la prima nel 2012 e la seconda nell’aprile 2014, già comminate: il procedimento riguarda 880 agglomerati urbani in tutta Italia, il 28% del totale, per l’inadeguato trattamento degli  scarichi fognari. Tra le Regioni che riversano il maggior carico inquinante sulle spalle dei fiumi e mari italiani e dunque della salute della comunità nazionale sono la Campania (con 2,4 milioni di abitanti serviti da inadeguati sistemi depurativi), il Lazio (1,8 milioni di abitanti), la Lombardia (1,6 milioni) e la Puglia (1,5 milioni).

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Inoltre, la polemica di Legambiente torna ad appuntarsi sia sui dati del  Portale delle Acque, sia sulla carenza di informazioni da un lato ma anche  sulla stessa difficoltà di capire a chi appellarsi per trovarne di attendibili.  Senza parlare dei cartelli di balneazione, quasi sempre inesistenti  o della cartellonistica che riguarda la qualità delle acque secondo la normativa europea da quest’anno obbligatori. “Negli oltre 260 punti campionati riferisce Legambiente – solo nel 7% dei casi è stato possibile avvistare una cartellonistica con informazioni relative alla balneazione. Di una scarsa e poco corretta informazione ne sono convinti anche i cittadini. Ormai sono sempre di più i bagnanti che ogni estate inviano a Goletta Verde richieste di informazione. Segnalazioni a volte disperate che descrivono situazioni al limite. Tutte accomunate da due aspetti: non avere la minima idea di dove consultare dati attendibili e la difficoltà di capire a chi appellarsi per chiedere un intervento quando si riscontrano forti criticità in mare”.

Il grande monitoraggio, che quest’anno prevede anche la mostra fotografica “La culla dell’Italia tra illegalità e offesa. Il viaggio di Goletta Verde nei mari italiani”, ventitré scatti realizzati da Marco Valle, è stato compiuto con il contributo di  Coou, Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati, di Novamont e Nau.

Foto: dal reportage di Legambiente. Autore delle foto: Marco Valle/Legambiente

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