Firenze – Dei 20 punti campionati sulla costa Toscana, 8 risultano oltre i limiti di legge. Di questi, 6 sono stati giudicati “fortemente inquinati” e 2 “inquinati”. Nel mirino ci sono sempre canali e foci, i principali veicoli con cui l’inquinamento microbiologico, causato da cattiva depurazione o scarichi illegali, arriva in mare.
È questa in sintesi la fotografia scattata lungo le coste della Toscana da un team di tecnici e volontari di Goletta Verde, la storica campagna di Legambiente dedicataalmonitoraggio ed all’informazione sullo stato di salute delle coste e delle acque italiane. A parlarne, nel corso di una conferenza stampa tenuta stamane a Firenze, alla quale hanno partecipato Fausto Ferruzza, presidente di Legambiente Toscana, Federico Gasperini, direttore di Legambiente Toscana e Marcello Mossa Verre, direttore generale di ARPAT.
Iparametri indagati sono microbiologici (
In Toscana sono stati quattro i punti monitorati in provincia di Massa Carrara. È risultato “inquinato” il punto sulla foce del torrente Carrione a Marina di Carrara. Sono stati invece giudicati “fortemente inquinati” gli altri tre punti indagati in provincia: la foce sul torrente Lavello, in località Partaccia a Massa; la foce sul fiume Brugiano, tra Partaccia e Ronchi, sempre a Massa e la foce sul fiume Versilia in località Cinquale nel comune di Montignoso.
Due i punti analizzati in Versilia (Lucca), entrambi risultati “fortemente inquinati”: sono le foci sul fosso Motrone a Marina di Pietrasanta e sul fosso dell’Abate a Lido Camaiore.
In provincia di Pisa entro i limiti di legge l’unico punto monitorato, alla foce dell’Arno, a Marina di Pisa.
Sette sono stati i punti analizzati in provincia di Livorno. È stato giudicato “fortemente inquinato” il punto sulla spiaggia del Moletto del Pesce a Marciana Marina, mentre risulta “inquinato” il punto sulla foce tra il Fosso di Mola e il Fossone Centrale a Capoliveri. Entro i limiti gli altri 5 punti analizzati della provincia: si tratta della foce del canale scolmatore tra i territori comunali di Livorno e Pisa; della foce-scarico di via Salivoli a Marina di Salivoli, nel comune di Piombino; della foce del Cecina, a Marina di Cecina; del Fosso della Madonnina, in località Punta della Rena a Portoferraio e di un punto sulla spiaggia nei pressi della foce del Fosso Galea/La Pila a Campo dell’Elba.
Sei sono infine i punti monitorati da Goletta Verde in provincia di Grosseto, tutti risultati entro i limiti di legge. Si trovano sulla foce del fiume Gora a Follonica; sulla foce del canale di San Rocco a Marina di Grosseto; sulla foce dell’Osa, in località Fonteblanda a Orbetello; sulla foce dell’Albegna, in località Bocche di Albegna, sempre nel Comune di Orbetello; sulla spiaggia di fronte al canale, tra Poggio Pertuso e Cala Galera a Monte Argentario e sulla foce del fosso Tagliata Etrusca, sempre a Orbetello.
“Nel giorno in cui pare essersi finalmente sbloccata la vertenza sulle ecoballe di Cerboli, notizia di ieri che non ci può che far piacere per tutto il lavoro generoso e incessante dei nostri circoli, siamo a commentare un’edizione doppiamente speciale di Goletta Verde – dichiarano Fausto Ferruzza e Federico Gasperini, rispettivamente presidente e direttore di Legambiente Toscana – quest’anno, non avendo fisicamente la barca a disposizione causa pandemia, ci siamo concentrati infatti sulle foci dei corsi d’acqua per indagare con rigore eventuali deficit della depurazione nell’entroterra. Ebbene, il quadro che risulta dalla nostra indagine è composito, ma si evidenzia con ancora maggiore nettezza una Toscana a due velocità. Bene Costa Etrusca e litorale grossetano, male la conurbazione apuo-versiliese e alcuni punti specifici dell’Elba”.
La tabella dei dati*
Permangono criticità sulla cartellonistica informativa rivolta ai cittadini che, nonostante sia obbligatoria ormai da anni per i Comuni, non viene ancora rispettata. Indicazioni che hanno la funzione di divulgare al pubblico la classe di qualità del mare e i dati delle ultime analisi. Sono stati rinvenuti solo 3 cartelli sulla qualità delle acque sui 20 punti di accesso campionati mentre sono 8 i cartelli di divieto di balneazione visti nei 12 punti di foce o canali campionati che non vengono campionate dalle autorità competenti.
Anche per l’edizione 2020 il CONOU, Consorzio Nazionale per la Gestione, Raccolta e Trattamento degli Oli Minerali Usati, affianca, in qualità di partner principale, le campagne estive di Legambiente, Goletta Verde e di Goletta dei Laghi. Nel 2019 il CONOU ha provveduto in Toscana alla raccolta di 14.385 tonnellate di olio lubrificante usato. L’olio minerale usato è un rifiuto pericoloso che, se smaltito impropriamente, può determinare gravi effetti inquinanti. Se gestito e rigenerato correttamente, può divenire una risorsa preziosa che torna a nuova vita sotto forma di basi lubrificanti.
“Preservare l’integrità degli ecosistemi acquatici è un obiettivo centrale per il CONOU, impegnato da 36 anni ad evitare che un rifiuto pericoloso come l’olio lubrificante usato possa danneggiare i nostri mari e laghi. Basti pensare che, dall’inizio della sua attività, il Consorzio ha salvato dall’inquinamento una superficie grande due volte il mar Mediterraneo”, dichiara Paolo Tomasi, Presidente del CONOU.
*legenda tabella dati
Facendo riferimento ai valori limite previsti dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del 30 marzo 2010) i giudizi si esprimono sulla base dello schema seguente:
INQUINATO = Enterococchi intestinali >200 UFC/100 ml e/o Escherichia Coli >500 UFC/100ml. FORTEMENTE INQUINATO = Enterococchi intestinali >400 UFC/100 ml e/o Escherichia Coli >1000 UFC/100ml.