Gli operai Gkn irrompono in Regione

Firenze – Irruzione a sorpresa questa mattina dei lavoratori Gkn nella sede della presidenza della Regione a Palazzo Strozzi Sacrati. Una delegazione delle maestranze dello stabilimento di Campi Bisenzio si è presentata negli uffici con tanto di tamburi e striscioni chiedendo di essere ricevuta dal Governatore toscano Eugenio Giani. “Dopo le incredibili ambiguità e le manovre a cui abbiamo assistito al tavolo di ieri, siamo a chiedere conto alla Regione” fa sapere il Collettivo di Fabbrica. Che poi aggiunge: “Da qui non ce ne andiamo fino a che non saremo ricevuti“. Gli operai della fabbrica di Campi vogliono capire quale è veramente la posizione della Regione in questa vertenza visto che ieri, prima dell’incontro per l’avvio della fase amministrativa relativa alla procedura di licenziamento collettivo, erano trapelate indiscrezioni su possibili accordi tra le parti. In particolare era emerso che le “parti, azienda e sindacati, stanno lavorando ad una soluzione che ruota intorno alla cassa integrazione per cessazione, della durata di 6 mesi, come ponte verso la ricerca di un acquirente per la reindustrializzazione”.

Inoltre si era diffusa la notizia che sarebbero state messe in campo “tutte le risorse regionali possibili unite ad attività di formazione e riqualificazione professionale con il coinvolgimento di soggetti privati operanti nel settore del collocamento”. Queste indiscrezioni sono state smentite subito da “fonti governative” e anche durante il tavolo Regione e sindacati hanno ribadito che prima di ogni trattativa occorre revocare i licenziamenti. Ma gli operai, evidentemente, vogliono ulteriori rassicurazioni e così stamani si sono recati in Regione. “Non ci ammaleremo – hanno scritto su Facebook i rappresentanti Rsu dello stabilimento – della vostra paura, non ci perderemo nelle vostre manovre. Questa volta no. Per il nostro bene e per il bene di tutti. Noi insorgiamo”. A parlare con loro è sceso il consigliere del governatore per le crisi industriali Valerio Fabiani. Un colloquio breve, teso durante il quale gli operai hanno ribadito che “Vogliamo fatti, serve una legge coercitiva contro le delocalizzazioni”. Fabiani ha assicurato che porterà la loro posizione al governo e ribadito che chiusura è inaccettabile, come detto ieri al tavolo. Il corteo poi è proseguito fino a raggiungere la Questura. 

L’incontro di ieri al Ministero del Lavoro, svoltosi in teleconferenza, non ha portato a nulla. Il fondo Melrose, proprietario della fabbrica, ha confermato l’intenzione di procedere con i 422 licenziamenti insieme alla messa in liquidazione del sito industriale.

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