Pistoia – Se qualcuno si fosse aspettato il classico discorso di auguri, sicuramente c’è rimasto male. Sì, perché Alessandro Tomasi, rivolgendosi ai cittadini pistoiesi, ha fatto certamente il discorso da Sindaco, ma restando in perfetta linea con il suo stile è andato fuori dalle righe consuete: non si è trattato, infatti, del classico discorso da Sindaco, piuttosto di un eloquio a Pistoia.
È stata la città la vera protagonista dell’incontro pre-natalizio organizzato con i concittadini, lo scorso 18 dicembre, durante il quale ha per prima cosa espresso la gioia di essere nuovamente insieme, anche se – ha ricordato – lo stare insieme non è mai mancato in città, attraverso le tante forme di solidarietà manifestate: «Portare la spesa a un amico in difficoltà, a un familiare in quarantena, a chi ne aveva bisogno. Avete scritto lettere per le persone in ospedale. Avete distribuito le mascherine. Avete fatto volontariato in un polo vaccinale.» Così ha ringraziato i cittadini che, mettendo in atto azioni propositive, hanno risposto alle difficoltà procurate dalla pandemia: «Pistoia è questa qua, una straordinaria comunità: polemica, litigiosa, ma sempre pronta a unirsi quando serve, orgogliosi come siamo di essere pistoiesi.»
Ha letto il discorso preparato, ma le parole gli sono sgorgate principalmente sull’onda dell’emozione di un uomo che dimostra a Pistoia tutto il suo amore con azioni concrete, (come già anticipate nell’intervista rilasciata a StampToscana https://www.stamptoscana.it/alessandro-tomasi-pistoia-polo-di-attrazione-di-nuovi-investimenti/ ) ricordando in particolare i due poli strategici che su Pistoia hanno prospettive di sviluppo rilevanti: il verde e il ferrotranviario.
In entrambi i casi la città si trova a essere protagonista nel dare le risposte per migliorare il mondo da consegnare alle generazioni future. E si tratta di una Pistoia protagonista, non più la Cenerentola fra i capoluoghi toscani ma una Pistoia in grado di dare al mondo intero ciò che questo chiede, ricordando però che in entrambi i casi, senza sostituirsi agli imprenditori, le istituzioni devono avere il coraggio di dare sostegno con infrastrutture strategiche «che non devono tagliare fuori nessuno ma, al contrario, permettere uno sviluppo equilibrato, unica via di crescita per la Regione.»
Un impegno sul quale l’amministrazione comunale sta già ottenendo risultati importanti, come per esempio l’ingresso di Hitachi nella Fondazione ITS-Istituti Tecnici Superiori allo scopo di «sviluppare corsi post diploma di alta specializzazione nel settore metalmeccanico-ferroviario, con il coinvolgimento delle aziende dell’indotto attraverso Ditecfer e grazie alla collaborazione di Uniser e Fondazione Caript.»
I progetti sono tanti e sempre pensati secondo modalità realizzative rispettose dell’ambiente, quindi tali da dare soluzione anche a problemi annosi, a vario titolo legati con l’ambiente, per far sì che il nostro distretto sia capace di cogliere le sfide del futuro, in risposta al PNRR. In altre parole, se le parole del Sindaco Tomasi girano intorno a termini “trendy”, lo fanno in modo da poterle trasformare in obiettivi reali di sviluppo, equilibrato e sostenibile, porgendo attenzione alla cura delle piccole cose non meno di quanto si riservi alle grandi opere.
«Questo è l’ultimo discorso di auguri del mandato che ho l’onore di fare. Sono emozionato perché si chiude un ciclo. I bilanci li lascio a voi. Posso solo dire grazie, grazie, grazie per avermi dato il modo di ricoprire questo ruolo. Per uno come me, innamorato di Pistoia e della politica, non c’è niente di più alto di fare il Sindaco della propria città. Io l’ho fatto tra risultati che rivendico ed errori di cui mi assumo sempre la responsabilità. L’ho fatto con onestà e con amore, e continuerò a farlo così. Perché per me Pistoia siete tutti voi. Sono persone, volti, storie che ho incontrato in questi cinque anni con cui ho gioito, progettato, collaborato, litigato, che ho ascoltato. Ho ascoltato tantissimo. A voi posso solo dire grazie. Questo non è il momento di farsi guidare dalla paura, ma dal coraggio!»