Nonostante il tempo inclemente nella giornata di ieri è stato attribuito al grande cineasta italiano, Giuseppe Tornatore, il Premio Fiesole ai Maestri del Cinema 2014. Il regista, accompagnato nel suo incontro con il pubblico dall’attore Gabriele Lavia e dal critico cinematografico Enrico Magrelli ha parlato a lungo della sua carriera raccontandone i retroscena meno conosciuti come alcuni divertenti aneddoti.
“Un regista deve saper fare tutto” è questa frase di Roberto Rossellini ad avere folgorato il regista siciliano che l’ha sempre citata come suo mantra: “Uso il mio metodo, non è detto che sia quello giusto. Si basa su di una lunga incubazione dell’idea da realizzare. In genere mi piace portarmi indietro un’idea a lungo, covarla per essere sicuro che si tratti di una vera passione e non è in un amore passeggero. Per esempio La sconosciuta è un idea che mi sono portato avanti per quindici anni, La migliore offerta anche di più mentre Nuovo Cinema Paradiso altri dieci. L’ncubazione, a distanza di tempo, ti porta a conoscere tutti gli aspetti della storia che ti piace raccontare, tutte le possibilità narrative. L’idea è che quando inizi a scrivere la sceneggiatura stai soltanto trascrivendo qualcosa che da anni stava già nella tua testa.”
Quello di Tornatore è così un lavoro lungo e sempre attento ad ogni singolo dettaglio ma ciò che non manca mai nella vita del regista è la paura di sbagliare: “Penso che il sentimento della paura sia il migliore amico di un regista. Quando sei insicuro hai più chance di fare qualcosa di buono, mentre l’eccessiva sicurezza ti porta solo a sbagliare.”
Forse è proprio questa paura di sbagliare che spinge il regista a lavorare incessantemente sulle idee alla base dei film. Idee sempre in divenire che mutano e cambiano giorno dopo giorno: “La scrittura non finisce con la sceneggiatura: Poi si devono cercare le location e gli attori per dare corpo alle proprie idee. Ma spesso bisogna trovare delle vie di mezzo, perché non sempre tutto corrisponde a quello che ti eri immaginato. Spesso mi sento più come un sarto che aggiusta un vestito piuttosto che un regista che gira un film. Ma le riscritture non finiscono qui. Ci sono elementi imponderabili che ti portano a cambiare le tue idee ma ci sono anche il montaggio (che in fondo è ancora un’altra revisione) e il lavoro al missaggio sonoro e con la colonna sonora.
E quando credi che il film sia finito ecco che cominciano le riscritture del pubblico e della critica che magari trovano delle altre visioni che non mi ero neppure accorto di aver inserito. Guardare un film non è mai un’esperienza uguale a se stessa ogni volta cambia e molte volte proviamo delle emozioni diverse
Come ogni anno in occasione del Premio Fiesole sarà presentato il volume dedicato al regista realizzato dal Gruppo toscano del Sncci dal titolo: L’uomo dei sogni: Il cinema diGiuseppe Tornatore. (A cura di Marco Luceri e Luigi Nepi, Edizioni ETS, Pisa2014, € 13.00). I saggi e le letture di questo libro raccontano il «mondo» e tutte le opere di Tornatore da molteplici punti di vista, analizzando gli aspetti più importanti della sua poetica e del suo stile, soffermandosi anche sul rapporto con Ennio Morricone e sulla sua prolifica attività di documentarista.