Si chiama “Trenta denari? No grazie!” ed è stampato in proprio. Il libro di don Franco Ranza, il combattivo e discusso parroco di S.Francesco e S.Nicolò di Reggio, che fu particolarmente critico con le giunte Delrio, torna sulla scena pubblica con una pubblicazione di memorie in forma di insegnamenti morali. Teoricamente destinate ai suoi fedeli, ma spunto critico per tirare qualche bordata dopo mesi di meditazione silenziosa.
Una sorta di rosario aneddotico che trae spunto dalla formazione salesiana e missionaria del don (in Venezuela), per arrivare ai giorni nostri con la sua attività pastorale di parroco, quella di docente ed anche di giornalista. Ma anche qualche sassolino dalla scarpa tirato fuori in occasione della pubblicazione: come quello verso Pierluigi Castagnetti (non citato direttamente) criticato per la sua contemporanea presenza, durante la campagna elettorale anni fa, in diverse Messe della città ed una citazione finale tratta da un’omelia del vescovo Gilberto Baroni: “Meno Messe, più Messa”.
Dei vescovi che hanno guidato la diocesi reggiana, don Ranza cita Baroni appunto, Gibertini e Camisasca ma nessuna parola per Adriano Caprioli, il vescovo con cui il sacerdote si scontrò maggiormente dopo le sue iniziative pubbliche ai giardini e attorno al Valli. Altre critiche spese poi verso il rifacimento della città con riferimento diretto alla scomparsa fontana del Valli oggi sostituita con gli zampilli Tricolore (Mimmo Spadoni production).
Diversi capitoli dei “Trenta denari” donranziani tornano poi sulla recente vicenda del presepe sfrattato (ed oggi dimenticato) di Giancarlo Beltrami, vicenda che legalmente vinse il sacerdote ma che gli costò un’infinità di attacchi personali.
Infine, per l’eterna corrente cattodem che sposta occasionalmente il prefisso ma resta immutata nella gestione e nei modi del potere, la battuta conclusiva: “ieri i catto-comunisti, poi i cristiani-adulti, poi i cristiani-carismatici, oggi i catto-renziani. Nel Vangelo si parla solo di cristiani!”.
D’accordo, il vademecum del donranzismo post-Delrio non sarà un bestseller ma insomma aiuta a far luce sui rapporti (impari) di forza che fino a qualche anno fa riempivano le pagine dei giornali.