Il Giubileo esiste, nostro malgrado. Bisogna farci pace. Se lo ripete dal primo giorno che siede sullo scranno più alto del Campidoglio il sindaco di Roma e commissario speciale Roberto Gualtieri, sapeva che i suoi anni da primo cittadino della capitale – si è insediato a ottobre 2021 – sarebbero stati segnati da questo evento mondiale. E sarà segnata anche la possibilità della sua rielezione nel 2026.
I numeri sono eloquenti per capire la posta in gioco: stanziati circa 7 miliardi di euro per Roma e Lazio tra fondi giubilari e Pnrr; previsti 32 milioni di pellegrini, 105 milioni di presenze. E un giro di soldi di quasi 17 miliardi di euro. E’ una grande opportunità ma anche un enorme rischio, una sfida per qualunque amministratore pubblico vi abbia a che fare. E un altissimo prezzo da pagare per i cittadini, che devono fare i conti con una città sventrata dai cantieri e paralizzata dal traffico. Il sindaco Gualtieri chiede da sempre comprensione e pazienza, ma poi, rassicura, avremo una Roma magnifica, non tanto e non solo per il Giubileo ma per i decenni a venire.
In effetti, se tutto andasse in porto, vedremmo un’altra Capitale. Si è sempre saputo che ben poche delle 115 opere previste dal Campidoglio si sarebbero concluse per il 24 dicembre, quando Papa Francesco, alle 19, darà il via ufficialmente al Giubileo. Infatti, degli interventi monitorati, 71 sono considerati ‘essenziali e indifferibili’, cioè funzionali all’accoglienza dei pellegrini e 43 possono essere realizzati in tempi più ampi. Secondo gli ultimi dati disponibili, delle opere ‘indifferibili’ però, una trentina sono ancora in fase di progettazione, le altre in fase di esecuzione. Ma Gualtieri stesso si giustifica ricordando i sette mesi persi prima dell’avvio dei lavori per il cambio di governo e comunque, continua a ripetere, “ab origine si era deciso che una parte degli interventi si sarebbe realizzata nel 2026”.
Intanto, a una decina di giorni dall’apertura della Porta Santa, Gualtieri ha inaugurato una sola opera importante, il rifacimento di via Ottaviano – boulevard, salotto, ora la chiama orgoglioso – che porta a piazza Risorgimento, alle porte del Vaticano. I lavori, iniziati il 4 marzo scorso, dopo le polemiche dei commercianti per i disagi e gli allagamenti vari, si sono alla fine conclusi restituendo una nuova pavimentazione in sanpietrini, una carreggiata unica, l’allargamento dei marciapiedi e la posa di nuove alberature, piante, fiori e sedute in marmo, completando la totale pedonalizzazione della strada.
Seguiranno giornate di altre importanti inaugurazioni, secondo una fitta tabella di marcia: il 20 dicembre tocca a piazza Risorgimento, il 23 a piazza Pia con il nuovo tunnel, il 28 piazza San Giovanni, il 30 piazza dei Cinquecento, davanti alla Stazione. Ha un bel da fare il sindaco a tagliare nastri in questi ultimi giorni. Piazza Pia, tra i primi cantieri aperti, è stata definita da Gualtieri l’opera “più importante dal punto di vista architettonico, urbanistico e simbolico” . Tutta pedonale, unirà Castel Sant’Angelo e via della Conciliazione. Un lavoro imponente (per 70 milioni di fondi giubilari) che ha regalato, come spesso accade a Roma, una sorpresa sotterranea. Mentre si scavava per il sottovia, a giugno scorso gli archeologi hanno riportato alla luce strutture che risalgono alla prima metà del I secolo d.C., tra cui i resti di un portico colonnato e di giardini lussureggianti, attribuiti all’imperatore Caligola.
Ma la scoperta più importante riguarda il ritrovamento di una grande fullonica del II secolo d.C, una sorta di lavanderia pubblica, estesa 500 metri quadri. Grande gioia ma anche grandi preoccupazioni se, come alcuni esperti archeologi reclamavano, si fosse aperta una nuova fase di scavi meramente storici per il mantenimento in loco di quei resti, facendo saltare ogni crono programma per il progetto giubilare. Gualtieri non si è perso d’animo, in accordo con Sovrintendenza e ministero Cultura, esaltando la magnificenza delle scoperte, ha rassicurato che i lavori sulla piazza sarebbero andati avanti comunque.
Non solo, la fullonica sarebbe stata impacchettata in tempi record per poi rimontarla nei giardini del Castello. Mentre tutti gli altri reperti sarebbero stati musealizzati all’interno di Castel Sant’Angelo. “Siamo felici per le grande scoperte – disse il sindaco allora – e assorbiremo il tutto con dieci giorni in più sulla tabella di marcia. Questo è il fascino e la bellezza di Roma”. E’ stato fra i cantieri più problematici e più discussi, i commercianti di via della Conciliazione in ginocchio con il 70% di perdite, gli operai al lavoro giorno e notte con turni di otto ore. Ma Roma ce l’ha fatta, piazza Pia sarà inaugurata il 23, con i toni entusiastici del sindaco: “Un tale intervento non era mai stato realizzato nella storia in così poco tempo. E’ un orgoglio collettivo. E’ qui che si terranno tutti i grandi eventi tranne il Giubileo dei Giovani. Quest’opera unisce piazza San Pietro a piazza Pia. Un grande abbraccio tra Roma e l’Italia e la Santa Sede”.
Anche sulla Stazione Termini grava un progetto imponente, partito da un concorso di architettura del 2020 lanciato da Ferrovie dello Stato. “È uno dei più grandi cantieri di Roma- va spiegando il sindaco- con cui non solo si riqualificano le banchine della stazione e la piazza, abbiamo esteso l’intervento a una riqualificazione che arriva fino a piazza della Repubblica e al Planetarium. Si sta lavorando sulla base del cronoprogramma che prevede due fasi: la prima include gran parte dell’intervento che sarà concluso entro dicembre e un’altra parte in coda che verrà realizzata dopo il Giubileo, ma questo era già previsto nel Dpcm”. E il 30 Gualtieri è pronto ad inaugurare piazza dei Cinquecento, estesa come nove campi da calcio, anche se i pellegrini purtroppo, prima di arrivarci, troveranno, appena usciti dalla stazione, un grande cantiere che continuerà i lavori per molto tempo. Resta per ora una situazione caotica, del resto Termini è la più grande stazione d’Italia, la quinta più trafficata in Europa con circa 850 treni al giorno da cui arrivano e partono circa 480mila passeggeri, 175 milioni all’anno.
I pellegrini capiranno. E non vedranno nemmeno piazza Venezia, che resterà per altri dieci anni con il cantiere aperto per la una nuova metropolitana. Si svilupperà su otto piani interrati, ma al primo livello i viaggiatori potranno accedere direttamente alle aree di palazzo Venezia, ai resti dell’Ateneo di Adriano, ai Fori Imperiali e al Vittoriano. Fantastico, ma tutto questo ancora pare fantascienza.
Intanto i romani, ma anche i turisti, fanno i conti con gli sconvolgimenti quotidiani che l’appuntamento con il Giubileo ha comportato, a partire dal traffico e dai disagi per chi viene da fuori, con i prezzi impazziti per un alloggio, nonostante il boom di case vacanze e b&b. Gli ultimi dati ne hanno censiti 31.000, circa il doppio rispetto al 2021. Con un aumento del 72,6% del costo degli affitti brevi rispetto al 2019.
Quanto al traffico, gravato da 1,6 milioni di veicoli circolanti ogni giorno nell’area metropolitana, Gualtieri ha dovuto prendere provvedimenti drastici, con un piano di smart working per far restare a casa almeno un 10 per cento di lavoratori che usano le macchine. Si è calcolato che, in seguito a questo provvedimento, ne siano rimaste nei garage almeno 160 mila, facendo tirare un po’ di fiato alla città ma è una goccia nel mare.
Ancora, il capitolo rifiuti, male endemico di Roma. L’Ama, la municipalizzata che se ne occupa, in accordo col Comune si è attrezzata “per assicurare alla città il decoro che merita”, ha detto il presidente Bruno Manzi, calcolando una produzione quotidiana extra di 400 tonnellate di rifiuti. In tutto l’Anno Santo sarebbero circa 150 mila tonnellate che vanno sommate alle1,6 milioni che ogni anno la Capitale genera. Si deve incrementare il parco mezzi quindi, con 36 nuove spazzatrici dedicate e 250 nuovi operatori assunti a tempo determinato. Ovviamente pulizia extra nelle zone clou del Giubileo. La vera novità però è la gestione di tutto questo attraverso l’Intelligenza Artificiale, con mappe digitali nella ‘control room’ all’interno del quartier generale Ama, gestite dal robot. I test sono stati superati ma si deve capire la reale efficienza del sistemache dovrà prendere decisioni strategiche per la città. Questo, a prescindere dal Giubileo, almeno fino al 2027, quando si aprirà il tanto discusso termovalorizzatore di Santa Palomba, sul quale Gualtieri ha investito tutta la sua determinazione politica. Intanto pazienza se ancora si vedono rifiuti per strada e cassonetti debordanti.
Che la macchina sia in moto si sente e si vede, il Giubileo è immenso da gestire e coinvolge anche tutta Italia: a Napolisi attendono 18 milioni di visitatori e a Veneziai pernottamenti dovrebbero aumentare del 25%. Effetti anche su Firenze e tutte le città turistiche, oltre a quelle del Lazio.
Il dibattito, le polemiche e le strumentalizzazioni politiche sono un indotto che qualunque evento di questa portata, con la sua posta economica in gioco, si trascina dietro. Appannando il significato proprio, spirituale e culturale del Giubileo, grande evento per eccellenza della Chiesa cattolica. Roma ci fa i conti dal 1300, quando papa Bonifacio VII indisse il primo, quello delle Indulgenze plenarie. Da allora si è sempre tenuto, all’inizio ogni 100 anni, poi ogni 50 per arrivare agli attuali 25 anni decisi da papa Paolo II. E sono anche stati introdotti i Giubilei straordinari, come quello della misericordia, indetto da papa Francesco nel 2015, a 50 anni dalla fine del Concilio Vaticano II.
Il 24 dicembre si parte dunque, con l’apertura della Porta Santa di San Pietro per proseguire con altre aperture di Porte Sante, il 26 quella del carcere di Rebibbia, poi le basiliche papali in Roma, il 29 San Giovanni in Laterano, il primo gennaio Santa Maria Maggiore e il 5 si chiude con l’apertura della Porta Santa di San Paolo fuori le Mura. Seguiranno i vari Giubilei settoriali, delle Forze Armate, degli Artisti, della Famiglia, dei Sacerdoti, dei Vescovi e molti altri a distanza di pochi giorni e per l’intero anno. Il Giubileo dei Giovani, fra i più attesi, si terrà dal 28 luglio al 3 agosto prossimi, il Papa si è speso molto chiedendo a chi può di ospitare i tantissimi ragazzi che arriveranno a San Pietro. L’ultimo, il 14 dicembre 2025, è il Giubileo dei Detenuti. Il 6 gennaio 2026 la chiusura ufficiale dell’Anno Santo.
Resteranno i pensieri, le parole, le opere. E su queste Roma, che ha subìto, secondo il sindaco, “un’operazione a cuore aperto”, dovrebbe rinascere splendida. Del resto, spiega sempre Gualtieri, la Capitale non sarebbe la stessa senza i Giubilei passati, per i quali si sono progettati i suoi monumenti più importanti. E quindi pazienza, pazienza, Roma si mette a lustro per farsi più bella che mai, e pazienza se ora sembra più brutta che mai.
Foto: https://www.iubilaeum2025.va/