Giorno della Memoria: l’epopea della famiglia Caffaz

Firenze – Da Mogador a Firenze: i Caffaz, viaggio di una famiglia ebrea”, libro di Alfredo De Girolamo sul viaggio della famiglia Caffaz dal Marocco all’Italia, sarà in edicola il 27 gennaio, Giorno della Memoria, in regalo con La Nazione su Pisa e provincia e nell’Empolese-Valdelsa. Un’iniziativa importante, a un anno esatto dalle celebrazioni del Treno della Memoria – il viaggio in treno da Firenze ad Auschwitz che ripercorre il cammino delle vittime della Shoah e che negli anni ha portato oltre 8.000 studenti toscani a visitare il campo di concentramento – ideato dallo stesso Ugo Caffaz e che nel 2021 festeggerà i 20 anni dal suo primo viaggio, e che potrebbe essere protagonista di nuove iniziative de La Nazione il prossimo anno.

L’iniziativa prevista per il Giorno della Memoria 2020 è stata presentata oggi, giovedì 23 gennaio, presso la sede di Presidenza de La Nazione dalla Direttrice Agnese Pini in presenza del Presidente della Comunità Ebraica di Firenze Marco David Liscia, del Presidente della Banca di Credito Cooperativo di Cambiano Paolo Regini (sponsor del libro per La Nazione), di Ugo Caffaz e dell’autore dell’opera.

Il libro racconta l’epopea della famiglia Caffaz ovvero la storia di ogni migrante che, sospeso tra i due mondi di origine e di destinazione, cerca di tenere in vita i legami tra di essi. De Girolamo, attraverso il suo racconto, mette in luce il modo in cui i migranti si raccoglievano in cluster ovvero «grappoli» perché arrivando in porti e città sconosciuti si affidavano naturalmente all’aiuto di chi potevano già conoscere, magari anche solo indirettamente. Fin dal medioevo, non a caso, le comunità ebraiche rappresentarono il modello più evoluto di cluster, per capacità di autogoverno civile e «non criminale».

La resilienza degli ebrei insegnava loro, dunque, a fare buon uso delle restrizioni (come la proprietà della terra) che gli indigeni imponevano loro, cercando sempre di scorgervi oltre al limite anche l’opportunità. Al tempo stesso quella capacità di autogoverno si fondava sulla conservazione di tradizioni religiose che incarnavano l’essenza di ciò che, anche a distanze siderali di spazio e di tempo, teneva insieme quel gruppo umano. La storia della famiglia Caffaz, ne è l’emblema. Da Mogador, in Marocco, a Firenze, passando per Livorno, Pisa, Lugo di Romagna e con il cognome che da El Cabas si tramuta in Caffaz, l’identità personale, famigliare e collettiva della famiglia rimane legata alle tradizioni ebraiche, nonostante il lungo e tortuoso peregrinare e l’emanazione delle vergognose leggi razziali che alle porte del secondo conflitto mondiale affliggevano l’Italia.

In foto da destra: Agnese Pini, Alfredo De Girolamo, Marco David Liscia, Ugo Caffaz

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