Firenze – A Palazzo Pitti, nell’Andito degli Angiolini, fino al 30 aprile 2023, è aperta la retrospettiva “Rudolf Levy (1875 -1944) – L’opera e l’esilio” dedicata al pittore espressionista tedesco, esiliato a Firenze durante il periodo nazista per le sue origini ebraiche, successivamente deportato e ucciso nel ghetto di Auschwitz.
Con questa mostra sull’opera completa di Rudolf Levy, che il Terzo Reich definendola “arte degenerata” aveva cancellato, le Gallerie degli Uffizi intendono celebrare il Giorno della Memoria.
Nei 47 dipinti presenti a Palazzo Pitti si trovano lavori sia giovanili che dell’ultimo periodo realizzati durante l’esilio fiorentino prima della deportazione.
Nata da un’idea di Klaus Voigt, studioso, recentemente scomparso, dell’esilio di ebrei e antinazisti in Italia, la mostra intende valorizzare la creatività di Levy le cui opere presenti in Germania, a causa della repressione nazista nei confronti dell’arte degenerata, andarono trafugate o disperse. Il progetto degli Uffizi è a cura di Susanne Thesing, autrice della monografia su Levy, Vanessa Gavioli, curatrice delle Gallerie degli Uffizi, e Camilla Brunelli, direttrice del Museo della Deportazione e Resistenza di Prato.
Articolata in tre sezioni l’esposizione illustra una selezione di opere giovanili dipinte sotto l’influenza di Henri Matisse, fino alla prima Guerra Mondiale, alcuni dipinti dal 1919 al 1933, che precedono l’esilio, infine, la terza parte con le opere dall’esilio, dal 1933 al 1943, e alcuni dipinti esposti nelle mostre fiorentine del 1946 e del 1950. Si aggiungono altri, mai esposti in Italia, presenti in collezioni private e pubbliche, in Germania. Una parte è dedicata a documenti appartenuti all’artista come fotografie e lettere, a testimonianza della sua vita.
Nell’ambito delle iniziative dedicate al Giorno della Memoria, il 26 gennaio 2023 si svolgerà all’Auditorium Vasari la Mattinata di Studi in memoria di Rudolf Levy, in collaborazione con il Museo della Deportazione e Resistenza di Prato.
Una vita tormentata e appassionante quella di Levy.
Levy inizia da giovane a dipingere in Germania con Heinrich von Zügel, uno dei fondatori della Secessione di Monaco. Continua a Parigi, frequentando la scuola di pittura di Henri Matisse. Combatte la prima Guerra Mondiale, poi va a vivere a Berlino dove, nel 1922, tiene la sua prima esposizione personale. Durante le persecuzioni antisemite Levy inizia la sua fuga sostando prima a Maiorca, poi in Francia, negli Stati Uniti e i Dalmazia. Nel gennaio del 1938 arriva in Italia. Fa tappa prima a Ischia, poi trascorre un anno a Roma e nel 1941 si trasferisce a Firenze. Nella sua stanza-atelier a Palazzo Guadagni in piazza Santo Spirito, Levy realizza circa cinquanta dipinti, soprattutto nature morte e ritratti. Il 12 dicembre del 1943, viene arrestato, portato alle Murate e trasferito a Milano a San Vittore. Il 30 gennaio 1944 è caricato su un treno con destinazione Auschwitz dove viene presumibilmente ucciso subito nelle camere a gas perché considerato inutile per lavorare. La sua presunta data di morte è quella dell’arrivo del convoglio ad Auschwitz, il 6 febbraio 1944.