Firenze – Il 15 e il 16 maggio, sabato e domenica, sarà possibile fare il pieno di bellezza nel suo significato più ampio con le Giornate FAI di Primavera, che conducono alla conoscenza di un patrimonio culturale, storico e paesaggistico di eccellenza come quello italiano. Un grande evento nazionale che apre alla Bellezza, nel pieno rispetto delle norme di sicurezza sanitaria vigenti (mantenere il distanziamento sociale, evitare di creare assembramenti, indossare la mascherina durante l’intera durata della visita, disinfettare le mani con gli appositi gel situati lungo il percorso e attenersi in generale alle indicazioni date dal personale volontario) e con prenotazione obbligatoria fino ad esaurimento posti sul sito www.giornatefai.it entro e non oltre la mezzanotte del giorno precedente la visita, con una donazione libera minima di 3 euro. Le Giornate FAI di Primavera sono una preziosa occasione di raccolta fondi per contribuire alla tutela, alla salvaguardia e alla valorizzazione del patrimonio storico, artistico e naturale del Bel Paese.
La Presidenza FAI Toscana e il Gruppo FAI Giovani Firenze propongono tre aperture straordinarie che raccontano tre modi diversi di interpretare il territorio in un mix di tradizione e modernità, di storia e famiglie, di arte e cultura, di fascino e incanto: Castello di Sammezzano a Leccio, frazione del comune di Reggello; The Student Hotel in viale Spartaco Lavagnini a Firenze; Villa Castelletti a Signa.
Castello e Parco di Sammezzano
Vincitore dell’edizione del 2016 del censimento “I Luoghi del Cuore” e posizionato al secondo posto nel 2020, è tra i 7 Most Endangered Sites in Europa, luoghi speciali a rischio di estinzione. Dal 2012 al 2016 sono state organizzate, con il consenso della proprietà, alcune visite all’ anno e l’ultima risale a Ottobre 2016. Anche per questo le aperture del 15 e 16 Maggio sono un’occasione eccezionale per scoprire un luogo magico.
Situato a Leccio, in una frazione del Comune di Reggello, il Castello di Sammezzano, a circa 30 chilometri da Firenze, si staglia su una collina sopra il paese. Tenuta di caccia in epoca medicea, passata di proprietà nel 1605 agli Ximenes D’Aragona, il Castello di Sammezzano deve il suo aspetto attuale al marchese Ferdinando Panciatichi Ximenes che trasformò l’edificio in stile orientalista con richiami a capolavori di arte moresca come l’Alahambra di Granada ed il Taj Mahal in India. In particolare, nel piano monumentale si trovano sale con incredibili giochi di colori e di luce. In ogni sala sono da scoprire scritte in latino, italiano e spagnolo che parlano di Ferdinando e del tempo in cui visse.
Fu sempre questo ecclettico personaggio, protagonista della vita culturale, sociale e politica della Firenze del tempo che, nella seconda metà dell’Ottocento, arricchì il grande parco di 187 ettari con svariate specie arboree come le numerose sequoie tra cui spicca la cosiddetta “Sequoia Gemella”, albero monumentale di 53,96 metri, il secondo albero più alto d’Italia. Il Castello, per la sua originalità, è stato anche utilizzato per la realizzazione di spot e film tra cui “Il racconto dei racconti” ed il recente cortometraggio per una famosa “maison” di moda, entrambi del regista Matteo Garrone. Negli anni dal 1970 al 1990 il Castello fu utilizzato come Ristorante e Hotel. Da allora, è in attesa di un progetto di recupero e valorizzazione.
(Apertura dalle 9.30 alle 17 ultimo ingresso, Reggello Punto di ritrovo si trova sulla strada regionale 69, superata la rotonda per l’outlet The Mall, provenendo dall’uscita dell’autostrada A1. Seguirà tragitto a piedi di ca. 30 minuti. Presentarsi al Punto FAI 30 minuti prima l’orario di visita prenotato. Consigliate scarpe comode).
TSH FIRENZE : Street Art a Palazzo
Dalle periferie di New York negli anni Settanta all’energia che si è sviluppata alle soglie del 2000 nelle strade d’Europa la street art o arte di strada si è espressa nei luoghi pubblici, utilizzando le tecniche più varie tra cui: bombolette spray, stencil, colori acrilici con pennelli anche in combinazione tra loro. Inizialmente guardata con diffidenza, la street art si è poi affermata come una vera e propria arte urbana.
In un Palazzo di viale Spartaco Lavagnini costruito da Giuseppe Poggi nella seconda metà dell’Ottocento, al tempo di Firenze capitale d’Italia, si racconta la sua trasformazione attraverso opere d’arte e graffiti realizzati nell’ampio cortile interno da parte di giovani e affermati creativi e street-artist internazionali che comprendono The London Police, Icy & Sot, Ben Eine Le Rat, Mr G, Favela Painting. Il percorso di visita si snoda all’aperto fino a raggiungere la zona più scenografica dell’intero edificio: la terrazza panoramica con vista su Firenze raggiungibile attraverso sei rampe di scale dello scalone monumentale.
Il Palazzo, adibito prima a foresteria, negli anni Ottanta fu occupato dagli uffici della Società Italiana per le Strade Ferrate Meridionali. Quando nel 1905 l’intera rete ferroviaria italiana fu statalizzata e trasformata in Ente pubblico (Azienda autonoma delle Ferrovie dello Stato), il complesso divenne sede del ramo Studi e Collaudi (dell’azienda, ricevendo commissioni per la progettazione di locomotive per l’Italia e per l’estero. Successivamente, vi hanno trovato sede gli uffici del Trasporto regionale della Toscana, la direzione tecnica di Trenitalia e della Ferservizi, il ramo che si occupa di contabilità e vendita degli immobili afferenti alle Ferrovie dello Stato. L’immobile è stato acquistato nel 2015 da TSH, il colosso olandese del settore alberghiero che ha realizzato “The Student Hotel” un’innovativa forma di accoglienza rivolta non solo a studenti, ma anche a famiglie, imprenditori e giovani startupper. Un incontro di generazioni e culture testimoniati dall’architettura dell’edificio che offre spazi e servizi all’avanguardia (palestra, piscina, biblioteca, sala giochi, ristoranti alla sala conferenze, spazi co-working).
(Apertura dalle 10 alle 17 ultimo ingresso, Viale Spartaco Lavagnini, 70, Firenze-Presentarsi all’entrata 15 minuti prima dell’orario prenotato.)
Villa Castelletti
Residenza storica in posizione dominante il paesaggio circostante è circondata da un parco di 12 ettari che fu sede dell’istituto agrario filantropico fino agli anni Sessanta del secolo scorso. Fu fondata nel Quattrocento dalla famiglia Strozzi e successivamente passata ai Cavalcanti. con l’estinzione della famiglia Cavalcanti, l’ultimo erede, Alessandro passò la proprietà al canonico della Basilica di san Lorenzo Francesco Maria Mancini. In quegli stessi anni la “veduta” della villa venne immortalata da un’illustre incisione del pittore Giuseppe Zocchi. L’aspetto attuale lo si deve a Giovanni Meyer, fondatore dell’ospedale pediatrico di Firenze. Nel secondo Dopoguerra Villa Castelletti fu acquistata dal Conte Aldo Croff, che assieme alla moglie Angelina scelse di trasformare gli ambienti dell’antico edificio in un istituto gratuito per l’accoglienza e l’educazione di ragazzi orfani o provenienti da famiglie meno abbienti. Dal 1980 la villa è proprietà della famiglia Allegri, la quale vi ospita importanti iniziative culturali e pubbliche.
L’interno dell’edificio conserva finiture pregevoli databili alla fine dell’Ottocento ed arredi lapidei d’età rinascimentale e tardo manierista, probabilmente frutto di acquisizioni antiquarie. L’ambiente del vestibolo accoglie importanti sculture in terracotta della Manifattura di Signa ed è presente un pavimento in maiolica, il cui linguaggio artistico può essere ricondotto ai primi lavori della Manifattura Chini.
La visita guidata si snoderà dalle sale monumentali al piano terra per salire fino all’altana e concludersi con una passeggiata nel suggestivo grande parco, testimonianza del Romanticismo ottocentesco. Tanti gli aneddoti e le storie di chi questa villa l’ha abitata nei tempi a noi più vicini.
(Apertura dalle 10 alle 18 ultimo ingresso, Via Castelletti, 5, Signa (FI). Presentarsi all’entrata 15 minuti prima dell’orario prenotato).
Durante tutto l’arco dell’iniziativa sarà possibile iscriversi al FAI a prezzo agevolato, con uno sconto di 10 euro su tutte le quote.