Giornata della Memoria, iniziative a Firenze

Firenze – Venerdì 25 gennaio, in occasione della Giornata internazionale della Memoria che ricorre il 27 gennaio, nel Salone dei ‘500 in Palazzo Vecchio, si potrà ascoltare la testimonianza delle sorelle Bucci, sopravvissute ai campi di sterminio.
Il 27 gennaio fu scelto perché in quel giorno del 1945, le truppe sovietiche della 60ª Armata del “1° Fronte ucraino” arrivarono per prime presso la città polacca di Oswiecim (in tedesco Auschwitz), lì scoprirono il vicino campo di concentramento e ne liberarono i superstiti. La scoperta di Auschwitz e le testimonianze dei sopravvissuti rivelarono per la prima volta al mondo non solo molti testimoni della tragedia, ma anche gli strumenti di tortura e di annientamento utilizzati in quel lager nazista.
Per mantenere vivo il ricordo e tramandarlo alle giovani generazioni, ogni anno con il Treno della Memoria, partito anche quest’anno in questi giorni da Firenze, 150 giovani e educatori volontari da tutta Italia si recano in visita ad Auschwitz. Il Treno della memoria parla di storia e memoria del passato ma anche di testimonianze affinché ciò che è stato non debba più ripetersi per poter riconoscere le tracce dell’odio e dell’indifferenza già presenti nella realtà dell’oggi.

Venerdì mattina alle ore 10 nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, l’appuntamento è con due sopravvissute al campi di sterminio, le sorelle Tatiana e Andra Bucci, per ricordare in quanti e quali modi il fascismo e il nazismo deportarono, uccisero, perseguitarono milioni di ebrei ma anche oppositori politici, omosessuali, disabili, rom, sinti e Testimoni di Geova. Andra e Tatiana Bucci, cittadine onorarie di Firenze, sono due sorelle nate a Fiume da padre cattolico e madre ebrea, entrambi originari della Bielorussia e approdati in quella città per mettersi in salvo dai pogrom zaristi dei primi del Novecento. Nel marzo del 1944, Andra e Tatiana, rispettivamente all’età di 4 e 6 anni, vengono deportate ad Auschwitz insieme al cugino Sergio De Simone di 6 anni e alle loro mamme. Giunte ad Auschwitz sono scambiate per gemelle e per questo motivo risparmiate alla camera a gas. Il cugino Sergio, invece, viene usato come cavia in esperimenti e poi assassinato nei sotterranei di una scuola di Amburgo nel Bullenhuser Damm, luogo dipendente dal Lager di Neuengamme.
Alla testimonianza partecipano gli studenti delle scuole fiorentine di ritorno dal viaggio studio Treno della Memoria.

Firenze rende omaggio alla giornata della memoria con l’esposizione delle bandiere a mezz’asta, sulla facciata di Palazzo Vecchio, dalle ore 8 di domenica 27 gennaio, in segno di omaggio alle vittime dello sterminio e delle persecuzioni del Popolo Ebraico e dei Deportati Militari e Politici italiani nei campi di sterminio. 
Alle ore 9 verranno depositate in varie sedi della città, corone ai monumenti e alle lapidi che ricordano i caduti deportati nei campi di sterminio.
Alle ore 11 presso il binario16 della Stazione ferroviaria Santa Maria Novella , verrà deposta una corona in ricordo di quel 9 novembre 1943 quando, quasi 300 ebrei furono ammassati su alcuni vagoni di un treno e trasportati ad Auschwitz, dove sarebbero arrivati alcuni giorni dopo, il 14 novembre. Erano stati in gran parte rastrellati tre giorni prima, all’alba del 6 novembre, con un’irruzione nei locali della comunità ebraica di via Farini ad opera degli occupanti tedeschi e dei militi ‘repubblichini’. Nell’elenco dei deportati erano presenti anche 8 bambini e circa 30 anziani ultrasessantenni, la più giovane Lia Vitale (1 anno), la più anziana Fanny Tedesco (93 anni).

La giornata si conclude alle ore 18, dove nella Sala delle Leopoldine in piazza Tasso, verrà presentato il libro “Gino Bartali una bici contro il fascismo” di Alberto Toscano. Gino Bartali dette un contributo importante alla rete clandestina nata nel 1943 per nascondere e salvare moltissimi ebrei, procurando loro i documenti falsi, che nascondeva nell’intelaiatura e nella sella della sua bicicletta e percorrendo il tratto Firenze – Assisi. Non lo considerava un gesto fuori dal comune, ma la reazione che ogni persona dovrebbe avere di fronte alla vita minacciata degli altri.

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