Firenze – Torna la giornata internazionale del malato, celebrata come ogni anno l’11 febbraio. Una ricorrenza che prende origine dal pensiero cattolico, ma che coinvolge tutta la cittadinanza laica o religiosa che sia.
«Il nostro Collegio – spiega Luca Bartalesi, consigliere del Collegio Ipasvi di Firenze – che unisce infermieri, assistenti sanitari e infermieri pediatrici di Firenze, coglie l’occasione per esprimere la propria vicinanza ai propri iscritti che, per loro mission professionale, sono ogni giorno a stretto contatto con i cittadini assistendoli nella malattia o educandoli alla prevenzione delle stesse. Questo collegio intende sottolineare quello che è il valore umano attraverso la parola ‘passione’, ma anche il contenuto scientifico dato dalle ‘competenze’, concetto dal quale non si può prescindere quando si parla di salute e malattia. Gli infermieri oggi, responsabili dell’assistenza, strutturano le loro conoscenze in una piramide formativa che non vede l’apice, visto che le competenze sono in continua evoluzione».
«Siamo in una fase di transizione, ci sono tanti punti di eccellenza ma anche molte criticità nella nostra sanità – commenta Franco Alajmo di Cittadinanzattiva -. In particolare, a livello regionale, abbiamo una riforma sanitaria “incompiuta”, che non ha ancora raggiunto obiettivi di efficienza e razionalizzazione assoluta. Per fare un esempio pratico, ci dovrebbe essere una maggiore flessibilità di accesso alle cure, meno legate obbligatoriamente al pronto soccorso. In questo senso, le Case della Salute potevano essere una soluzione ma, allo stato attuale, queste realtà non si sono sviluppate e diffuse come ci si aspettava. Cittadinanzattiva è attenta ad aspetti come l’equità delle cure ed è per questo che ha a cuore la legge regionale sulla partecipazione dei cittadini alla governance in sanità».
«La scelta d’intraprendere questa professione – commenta Chiara, neo dottoressa in scienze infermieristiche – viene dalla passione che ho sempre avuto di assistere gli altri e per la quale ho sentito la necessità di acquisire specifiche competenze e metodo attraverso il corso di laurea in infermieristica. Devo dire però di sentirmi un po’ delusa – continua – per le tante difficoltà che da infermiera incontro nel quotidiano, a partire dai pochi sbocchi lavorativi che offre oggi il mercato del lavoro italiano costringendo molti giovani infermieri a migrare in altri paesi; ma anche per le difficoltà a mettere in pratica le mie conoscenze, invischiate in una selva normativa spesso vetusta e poco funzionale al cittadino, o subordinate a modelli organizzativi che risentono del difficile momento economico».
Info: www.ipasvifi.it