Firenze – Continua la strage di alberi, nuova tappa Giardino Pecori Giraldi. A dirlo, in una nota di protesta, Italia Nostra e Lipu Firenze, e riguarda gli abbattimenti che da giovedì stanno interessando le alberature del Giardino Pecori Giraldi, nel lungarno omonimo.
“Da alcune settimane il rumore della motosega è ritornato ad essere una la colonna sonora dominante nei giardini e nelle aree del verde pubblico della città di Firenze, per esempio alle Cascine e dintorni – scrivono le due associazioni ambientaliste – giovedì 3 marzo questa colonna sonora ha investito chi si trovava a passare o abita nelle vicinanze del giardino pubblico del Lungarno Pecori Giraldi”.
Un angolo di verde realizzato dal Comune di Firenze fra il Lungarno e la riva dell’Arno fra il Ponte S. Niccolò e l’omonima pescaia. Il giardino fu concepito come prolungamento dei giardini realizzati a monte del ponte, di lato al Lungarno del Tempio e, secondo quanto spiegano le due associazioni, “costituisce un sistema di verde pubblico che dialoga con lo stupendo scenario del colle del Piazzale Michelangelo. Inoltre può essere considerato la tardiva e unica opera di compensazione al progetto di grande parterre con bagni pubblici previsto da Poggi per il triangolo compreso fra i Viali,Piazza Beccaria e l’Arno nel suo progetto per Firenze Capitale e mai realizzato, anzi occupato nei decenni successivi da vari fabbricati (Caserma Carabinieri, Casa della Gil e infine Archivio dello Stato)”.
Il giardino, che era stato in parte risparmiato dall’azione di taglio dell’Amministrazione comunale dell’estate del 2017, ha visto in questi giorni l’avvento dell’azione del “Consorzio di Bonifica 3 Medio Valdarno”. “Imponenti celtis (bagolari), un pino e un pioppo sono così crollati velocemente a terra – documentano i cittadini – alcuni attivisti delle nostre associazioni sono intervenuti per chiedere conto a chi stava eseguendo gli abbattimenti ricevendo vaghe dichiarazioni di presunte, poiché non accertate, valutazioni di pericolosità documentate da VTA. Il giorno successivo nelle prime ore della mattina le nostre associazioni hanno chiesto conto dell’intervento sia telefonicamente che per PEC al Consorzio di Bonifica 3 che alla Direzione Ambiente del Comune di Firenze e hanno chiesto, in attesa di accesso agli atti, che si sospendesse l’intervento che prevedeva il taglio di altri esemplari adulti del giardino”.
A fine mattinata di sabato 5 marzo, ancora nessuna risposta ufficiale era giunta alle associazioni.
“Pertanto – si legge nella nota sottoscritta da Mario Bencivenni Vice Presidente Italia Nostra Firenze e Daniela Burrini delegata sezione LIPU Firenze – sulla base dei dati acquisiti dai nostri sopralluoghi e dalle non risposte degli uffici interessati agli abbattimenti, desideriamo esprimere quanto segue:
- Consideriamo questo intervento di taglio e sostituzione di alberature adulte errato e manomissivo di un bene comune di particolare importanza ecologica, ambientale, estetica e paesaggistica.
- Questo è un intervento che disattende quanto previsto dalla legge 10/2013 in merito alla conservazione e incremento del verde urbano, e in merito alla trasparenza e al coinvolgimento dei cittadini nelle azioni della sua gestione.
- Riteniamo infine fuori da ogni criterio che della gestione di un giardino pubblico posto sotto le competenze dell’Amministrazione comunale se ne occupi un Consorzio di Bonifica che, in merito ad interventi sulla vegetazione ripariale, da tempo, si sta caratterizzando con scelte più volte criticate dalle nostre associazioni e mai discusse, come dovrebbe essere fatto per la rilevanza delle conseguenze ecologiche, ambientali e paesaggistiche che determina.
- Consideriamo che il piano di sostituzione delle alberate nella città, attuato a calendario (amministrativo) ed in maniera sistematica (a tappeto), è la dimostrazione di un approccio sempre più ideologico alla gestione del verde urbano, non sempre giustificato e giustificabile dal punto di vista tecnico. La letteratura scientifica a riguardo non è certamente univoca, come invece da molti anni a questa parte si sta cercando di inculcare all’opinione pubblica. Molti operatori del settore contestano la sostituzione del patrimonio arboreo che si sta attuando in molte, troppe città italiane.
- Non si capisce come mai si taglino proprio quegli alberi lungo riva d’Arno. Ciò è in contraddizione con quanto dichiarato dallo stesso Consorzio di Bonifica del Medio Valdarno, in termini di diradamento selettivo, riservato alle piante morte o a fine ciclo vitale, mal conformate o mal sviluppate e di minor pregio. Con questi tagli il Consorzio sta solo depauperando il patrimonio arboreo cittadino, non rispecchiando alcunché dei parametri operativi dichiarati istituzionalmente, né, tra l’altro, si sta operando in sezione d’alveo. È stata privata ancora una volta la cittadinanza di un’area verde.
- Ripiantare dove sono stati fatti degli abbattimenti che non sarebbero dovuti essere fatti è un danno alla collettività, una spesa inutile del contribuente (i cittadini pagano le tasse al Consorzio di Bonifica) e non certo una misura di compensativa, certamente errata dal punto di vista funzionale.
- Il Consorzio di Bonifica Medio Valdarno tra l’altro dichiara di sospendere le attività di taglio nel periodo che va dal 1 marzo al 30 giugno di ogni anno. Falso. Manifestiamo sorpresa, sconcerto per tanta incompetenza tecnica e superficialità. Laddove poi si dichiara istituzionalmente il coinvolgimento delle associazioni, questo non è avvenuto. Dalla gestione del patrimonio arboreo si passa così velocemente al danno ambientale in barba al novellato art. 9 della Costituzione”.