Temi forti pochi, polemiche meritevoli di attenzione ancora meno. Certo ci sono da riempire decine di pagine di giornale e dunque si dà risalto anche all’accessorio. In attesa di una campagna elettorale scarsissima di contenuto, la disfida è ora sui cartelloni elettorali. Che cominciano ad affollare gli spazi spazi pubblici e i tratti di strada più frequentati della città. A dare il buon esempio, ben prima degli altri, ci aveva pensato una Lega Nord falcidiata dagli scandali passati e i cui esponenti più conosciuti, almeno dalle nostre parti, militano oggi in formazioni minori. Il candidato sindaco Gianluca Vinci ha scelto la linea della capillarità più che della originalità. Più quantità e meno qualità. Tappezzando con formati minori gran parte del comune capoluogo. Foto classica a mezzo busto con braccia conserte e slogan tratti dal repertorio classico del partito del Caroccio.
Ma negli ultimi giorni hanno iniziato a fare il loro visibile capolino anche i maxi cartelloni dei candidati diciamo così più accreditati: l’aspirante sindaco di Pd-Sel Luca Vecchi la sta buttando sull’informale e sul suo rassicurante volto con occhiali. E lui stesso nelle frasi di richiamo si dà del Luca (il cognome è superfluo), per sottolineare come Vecchi sposi il binomio del sindaco della porta accanto d’accordo, ma che ben si coniuga con la tradizione che lui stesso rappresenta e un consolidato welfare. Ancora più semplice la scelta della civica (ma con dietro tutto il centrodestra) Donatella Prampolini che addirittura sceglie (per ora) di snobbare il colore e si presenta attraverso manifesti rosa-shocking cercando di accreditarsi come l’unica scelta davvero alternativa alla maggioranza che ha governato Reggio da 70 anni a questa parte. Con una particolarità; mentre ancora non si hanno i manifesti elettorali della Prampolini coi simboli di Forza Italia e consimili, campeggiano invece quelli di Giuseppe Pagliani (aspirante consigliere comunale) col logo berlusconiano. Cosa che potrebbe ingenerare nel potenziale elettore una discreta confusione. Norberto Vaccari del Movimento Reggio 5 stelle batte invece un’altra pista: nessuna sua foto nei manifesti ma solo il gigantesco logo voluto dalla coppia Grillo-Casaleggio. Cinzia Rubertelli di Grande-Progetto Reggio si affida invece ad immagini molto simili alla pubblicità commerciale (d’altronde anche le elezioni ne sono una forma…) e si fa ritrarre sorridente con in mano cartelli tre per due contro la burocrazia. A testimoniare che il grillismo rappresenta soprattutto un’idea e una visione di mondo superiori ed assolute mentre le persone (ivi compresi i candidati) sono umani e come tali fallibili. I restanti candidati Fantuzzi, D’Andrea, Iori e Casella restano per ora un po’ più defilati.
Insomma la sfida è per ora demandata alle visioni grafiche dei diversi staff; a giudicare dal passato e di quello che si intravvede all’orizzonte sarebbe auspicabile un ritorno in forze di politologi. Che possano curare più i contenuti delle immagini.