Stamptoscana incontra Gianna Scatizzi, candidata alla poltrona di sindaco di Firenze della lista Nuovo Centro Destra.
Background di tutto rispetto, quello di Gianna Scatizzi: imprenditrice, presidente di Confartigianato Firenze (attualmente, a causa degli impegni elettorali, le funzioni sono state trasferite al vicepresidente Vicario, Alessandro Vittorio Sorani fino al termine della competizione elettorale), e, come specifica con particolare enfasi lei stessa, donna e madre. Un background, come spiega la stessa Scatizzi, che la conduce a guardare alla città con occhi diversi.
In che modo questa serie di “vissuti” entrano a far parte del suo impegno politico per la città?
“Si tratta essenzialmente di un diverso punto di vista e di un approccio innovativo per quanto riguarda i problemi. Il fatto ad esempio di essere madre comporta una necessità di guardare, vedere, sentire le cose in modo particolare, con buon senso e concretezza, avendo di mira l'interesse della comunità con l'approccio che giuridicamente è definito “del buon padre di famiglia”. Vale a dire, con quel misto di equilibrio, saggezza e voglia di “fare” che è tipico di una visione che mette al centro un interesse non particolare ma collettivo.
E dal punto di vista dell'imprenditrice?
“Si parte da un dato di fatto: il rapporto fra la popolazione di Firenze e i dipendenti dell'amministrazione pubblica si colloca in una fascia proporzionale medio-alta rispetto alla popolazione cittadina. Ciò comporta, a mio modo di vedere, di poter contare su una riserva di competenze, saper fare, esperienze che rappresenta un bacino potenziale di intervento sulla vita cittadina amministrativa di grandissimo impatto. In altre parole: vedo questo alto numero di dipendenti pubblici come una grande opportunità a cui attingere per il buon governo della città. Certamente, qualcosa va fatto, anzi, molto più di qualcosa: ad esempio, il personale va motivato, qualificato, valorizzato al massimo secondo le sue caratteristiche. Abbassare, anzi ridurre a zero le consulenze esterne, dal momento che all'interno dell'amministrazione comunale ci sono le competenze. Questo è un punto fondamentale per riavviare la “produttività” del sistema Comune, come ben sa qualsiasi imprenditore. Bisogna che i dipendenti comunali si sentano orgogliosi non solo di essere fiorentini, ma di lavorare nel sistema amministrativo di Firenze. All'interno di questa logica, e solo all'interno di questa, esiste l'antidoto alla burocrazia invasiva che strangola spesso creatività e voglia di fare: nell'instaurare un rapporto di collaborazione e rispetto e una logica di squadra all'interno del “sistema” comune, si può davvero incidere sulla complessità della burocrazia. Perché? Per una ragione molto semplice: per abbattere inutili lungaggini è necessario che esista un rapporto di fiudcia fra collaboratori (come io chiamo i miei dipendenti) e centro organizzativo e decisionale. Nel valorizzare persone, ruoli e competenze si abbatte la burocrazia.
Come? L'analisi dei nodi più complessi burocratici non può prescindere, per la soluzione, dalla collaborazione fattiva di tutti.
Qual'è il punto di vista della rappresentante di categoria?
“Occhio attento su commercio e artigianato e su pastoie burocratiche. Cosa significa? In primo piano, la lotta a chi mette in commercio i pordotti controaffatti e a chi costruisce questi ppordsotti, che sono un danno incalcolabie per il sistema “legale”. Dunque, sicuramente un atteggiamento severo contro chi vende questi prodotti, ma, si badi bene, nell'ottica della difesa della legalità. Sappaimo tutti che il “vu cumprà” non è che l'ultimo anello, di sicuro il più sfruttato, di una catena che spesso h radici nell'illegalità più assoluta e nel racket. Perciò rendere impossibile lo spaccio di pordotti contraffatti è davvero una battaglias per la legalità che va a tutelare anche gli stessi ultimi “distributori” della merce. Non avere più chi vende e chi costruisce prodotti contraffatti che levano soldi e risorse al circuito economico legale è una vera e propria battaglia di legalità e ancora prima di civiltà. Di cui i terminali su cui ricadono poi i benefici non è solo la società di accoglienza, come possiamo chiamare la nostra società occidentale, ma anche chi vi entra a far parte.
Un'altra priorità che non può essere dimentica in un contesto come quello fiorentino è l'assetto del turismo. No, un no deciso, al turismo “mordi e fuggi”. Come fare per scoraggiarlo? Tassare in modo più vigoroso chi non pernotta. Vale a dire, tenere alta la tassa dei pullman per chi non rimane anche la notte, e abbassarla via via, fino a ridurla quasi o del tutto a zero, per chi trascorre almeno 5 notti in città. E' solo un esempio di tante altre misure semplici e quasi banali che si possono prendere per alzare il livello del turismo cittadino.
Oppure, sempre su misure per il commercio, qualche considerazione sull'Imu, che dovremo abolire del tutto per quei commercianti che svolgono l'attività dentro l'immobile di proprietà. Andando alla tassa sui rifiuti, eliminarla completamente per chi produce già rifiuti speciali al 100% della produzione (come per esempio le autocarrozzerie) e già paga salato lo smaltimenti di codesti rifuti speciali. Perché farlo pagare due volte?
Ancora, promozione di affitti calmierati per chi svolge attività artiginali. Una sintesi della logica che sottende queste misure: tassazione massima per chi ha rendite, minima per chi lavora”
Infine, ultima osservazione, sulla tensione sociale che sta allargando i suoi tentacoli anche a Firenze.
“Una questione su cui un sindaco secondo me, qualcosa di importante può fare. Ad esempio, incentivare la sicurezza significa in buona sostanza ripopolare zone che sono state soggette ad abbandono in questi ultimi anni, dove abbandono concide fatalmente con degrado. Oppure, far rispettare regolamenti che esistono e che vengono disatttesi con troppa facilità. Ancora, considerare col massimo rispetto ed attenzione chi arriva in città con intenzioni di lavorare e inserirsi rispettando le nostre regole di convivenza civile, massima severità per chi viene ritenendo di poter infrangere ciò che regola la convivenza cittadina con azioni che si pongono al di là della legalità. O per chi pretende che il Comune sia semplicemente una macchina assistenziale.
Tenendo in conto un semplice, elementare principio di fondo: le tensioni sociali si risolvono con il lavoro”.