Firenze – Visita a sorpresa all’istituto scolastico Gobetti-Volta di Bagno a Ripoli da parte del presidente della Regione Toscana Eugenio Giani e della ministra all’istruzione Lucia Azzolina.
La decisione di visitare l’istituto è stata presa sfruttando l’occasione dell’incontro tra i due che si è tenuto nella prima mattina a Palazzo Strozzi Sacrati, sede della Presidenza della Regione. Il presidente e la ministra hanno visitato il plesso, i laboratori (alcuni dei quali realizzati grazie a finanziamenti ministeriali), le aule nelle quali sono utilizzate le nuove sedute speciali su ruote, altre aule con banchi ‘combinabili’ di ultima generazione, la palestra arricchita da una parete da arrampicata. Infine, si sono fermati a parlare con studenti e insegnanti.
“Ho visto il frutto di un grande lavoro ed ho visto studenti molto felici di stare a scuola – ha detto la ministra – Faccio i miei complimenti a chi ha lavorato perché tutto questo fosse possibile, anche perché questo dimostra che è possibile”.
“Rivendico la Dad come lo strumento che ci ha permesso di salvare lo scorso anno scolastico senza interrompere brutalmente il rapporto tra insegnanti e studenti – ha aggiunto Azzolina – ma ritengo che la Dad debba essere limitata nel tempo. Il Governo ha messo le risorse, i prefetti hanno fatto un grandissimo lavoro, il presidente della Regione Toscana Giani ha dimostrato che lavorando e facendo squadra le scuole si potevano riaprire. Sappiamo che il rischio zero non esiste, ma esiste la certezza che senza la scuola toglieremo un pezzo di futuro alle nuove generazioni”.
Il presidente Eugenio Giani ha accolto la ministra dell’istruzione Lucia Azzolina in Palazzo Strozzi Sacrati, per la visita della ministra in Toscana dove le scuole sono riaperte già da dieci giorni. Insieme a Giani, l’assessora all’istruzione Alessandra Nardini, l’assessora all’educazione del Comune di Firenze Sara Funaro, e per l’Ufficio scolastico della Toscana il direttore Ernesto Pellecchia e il dirigente Roberto Curtolo.
“Abbiamo voluto seguire le indicazioni che il ministro aveva già illustrato da dicembre per riaprire le scuole subito dopo le festività”, ha quindi proseguito Giani. “Siamo partiti l’11 gennaio corrispondendo alla volontà condivisa con tutte le Regioni. Noi lo abbiamo fatto perché i dati pandemici ce lo hanno permesso, ma valutando anche che quando si tratta di affrontare un’emergenza bisogna stare attenti ai messaggi che passano nella comunità: il messaggio che stava passando era che la scuola non fosse un elemento centrale della nostra società, che l’istruzione fosse quasi un peso in un Paese impegnato solo a uscire dalla pandemia. Questo non era accettabile. Abbiamo quindi programmato le modalità per il rientro, tutti insieme, con un grande lavoro di squadra, tra istituzioni, dirigenti scolastici e presidi, volontariato. Siamo ripartiti da dieci giorni, ma se andiamo a vedere le curve dei contagi l’altra settimana abbiamo avuto 2901 contagi in tutta la Toscana, il che significa che per ritrovare un dato così basso bisogna tornare all’11 ottobre cioè prima della seconda ondata della pandemia”.
“La visita della ministra Azzolina a Firenze – ha detto l’assessore all’Educazione Sara Funaro – è stata l’occasione per valorizzare il grande lavoro di squadra che c’è stato a Firenze, nella città metropolitana e in tutta la regione per far tornare gli studenti a scuola in presenza. I test rapidi che stiamo facendo negli istituti fiorentini sono la dimostrazione che in classe si è al sicuro e che l’incidenza del virus è molto bassa. I ragazzi positivi finora sono pochi: solo 7 su oltre 12mila”.
“Con la ministra ci siamo confrontati sull’importanza e sull’utilità di eseguire i test nelle scuole – ha continuato Funaro – e quanto sia fondamentale per i nostri ragazzi frequentare lezioni in presenza. È un loro diritto e anche un loro bisogno. La didattica a distanza deve essere superata. I giorni trascorsi a studiare a casa hanno creato enormi disagi agli studenti, sono giorni che hanno tolto loro tanto in termini sia di formazione che di rapporti. Le relazioni che si stabiliscono a scuola sono fondamentali nel percorso di crescita dei ragazzi e non devono esserne privati”.