Gessi rossi alla Bartolina, il Comitato si prepara alla guerra

Gavorrano – Gessi rossi alla Bartolina, la cava abbandonata nel territorio del Comune di Gavorrano su cui potrebbe, secondo quanto riferiscono gli allarmati cittadini, tornare a concretizzarsi l’ipotesi dello stoccaggio di questi.  Gessi rossi, ovvero circa 430.000 metri cubi di derivati dalla produzione del biossido di titanio dello stabilimento Huntsmann-Tioxide I fanghi rossi residuo di tale lavorazioni vengono combinati con altri materiali , quali la marmolina proveniente dallo scarto della lavorazione del marmo di Carrara.  I “gessi rossi” così ottenuti, pur avendo una diversa consistenza dei “fanghi rossi”, ne contengono le stesse alte percentuali di solfati, cloruri, metalli e metalli pesanti.
La possibilità che lo stoccaggio di queste “terre speciali” avvenga a breve, secondo le voci che girano insistentemente, potrebbe concretizzarsi addirittura nel corso del prossimo consiglio comunale, venerdì prossimo 22 settembre.
” Il Comune di Gavorrano pensa di organizzare il tutto non come discarica di rifiuti speciali, ma come semplice recupero ambientale – spiegano dal Comitato – per il quale non è prevista neanche la valutazione di impatto, ma una semplice DIA”. Inoltre, informano i cittadini, non solo il Comitato continuerà di “opporsi con ogni mezzo”, ma già si parla di ricorso al Tar, inevitabile, se il Comune di Gavorrano desse il temuto via libera. E, per guadagnare tempo, e soprattutto “essere pronti, dal momento che va fatto (il ricorso) entro 60 giorni”, già giovedì scorso alcuni cittadini si sono recati a Firenze a conferire per essere pronti con l’iniziativa.
Ed ecco le conseguenze che potrebbero provenire, secondo i cittadini, da un’eventuale decisione comunale nel senso di dare semaforo verde allo stoccaggio dei gessi rossi:”Il Comune di Gavorrano, così facendo, oltre al possibile disastro ambientale nella falda, da Ribolla al mare, priverà l’intera valle della sua più importante risorsa idrica di soccorso, vanificando il meraviglioso progetto del 2009 (lavori di Rocchi e Moretti), di creare il più grande invaso idrico della valle, per recuperare la cava con le acque invernali del Bruna”.
Intanto, il Comitato per  la Difesa del fiume Bruna ha organizzato una riunione per il prossimo venerdì 22 alle h 21, all’ex-cinema, a Ribolla, via della Libertà. Una riunione in cui ci saranno anche ospiti  e in cui, dicono gli organizzatori, verranno presentati “documenti che dimostreranno il potenziale disastro”.
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