Pomarance (Pisa) – Lo scorso 3 marzo i cittadini di alcuni comuni della Toscana insieme al Comitato Difensori della Toscana hanno depositato un ricorso al Presidente della Repubblica Italiana per tentare di salvare l’area naturalistica del Masso delle Fanciulle.
E’ questo l’ultimo (per ora) atto di una lunga battaglia che associazioni ambientaliste, cittadini e comitati hanno acceso contro l’ipotesi di impiantare un centro industriale per la produzione dell’energia geotermica in un luogo del fiume Cecina struggente per la sua bellezza, conosciuto a livello di turismo internazionale e soprattutto parte imprescindibile dell’ambiente: il Masso delle Fanciulle, appunto, che a questo punto della partita affida la sua incolumità alla decisione del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
“Questo sito magico lungo il fiume Cecina, parte della riserva naturale del Berignone, luogo del cuore per generazioni di cittadini di tutto il mondo, per la cui difesa sono state raccolte 5400 firme, rischia di scomparire a causa delle trivellazioni geotermiche”, spiega la nota. Perché se è vero che una multinazionale vuole realizzarvi un insediamento industriale per la produzione di energia, è anche vero, come riportano i comitati, che “la Regione Toscana ha già autorizzato 20000 metri quadri di sbancamenti e opere in cemento a ridosso del fiume”.
Ma esistono alternative che possano salvaguardare quest’area preziosa e delicata, un vero e proprio angolo di Paradiso? Secondo cittadini e comitato, sì: per produrre la stessa quantità di energia infatti basterebbe “ricoprire con pannelli fotovoltaici i tetti di una parte dei numerosi capannoni presenti nei distretti industriali dei comuni confinanti”. Il vero motivo, dunque, per l’insistenza a voler costruire una struttura così invasiva proprio nel mezzo dell’area naturalistica sembrerebbe, come scrivono i cittadini, “una speculazione che sacrifica agli interessi di una multinazionale dell’energia un luogo prezioso con un effetto irreversibile”. D’altro canto, il Masso delle Fanciulle è senz’altro una parte di quei beni naturalistici di cui non solo la Toscana va fiera, ma che, una volta deturpati, non è più possibile riportare indietro. “Senza dimenticare – interloquisce un cittadino – che, con il consenso della Regione, la multinazionale mette le mani sugli incentivi alle rinnovabili”. Quelle pagate da tutti noi, per intenderci, con la sovrattassa del 20% sulle bollette. Nel caso del Masso delle Fanciulle la multinazionale coinvolta è una società ucraina, la Burisma Holdings, nel cui consiglio di amministrazione siede R. Hunter Biden, figlio del vicepresidente degli Stati Uniti Joe Biden, numero due di Obama.