Firenze – Una proposta di legge, già passata in giunta regionale, per sospendere per sei mesi le procedure per il rilascio di nuovi permessi ricerca per la risorsa geotermica; per i permessi già rilasciati si sospendono le proroghe così come le autorizzazioni per pozzi esplorativi che consistono nella fase più invasiva della ricerca. Un momento necessario di riflessione per la Regione Toscana, al fine di evitare rischi di sostenibilità ambientale e socioeconomica nelle aree di produzione geotermica. Infatti la liberalizzazione delle attività in questo settore, sancita dalla normativa nazionale del 2010, ha determinato un forte aumento delle richieste per la realizzazione di pozzi esplorativi. Ed è stato lo stesso governatore Enrico Rossi a spiegare la ratio e i contenuti della proposta di legge approvata durante l’ultima giunta e che sta per essere presentata in Consiglio.
“Il numero di 31 autorizzazioni di ricerca già rilasciate la dice lunga – ha detto Rossi – E’ figlio della liberalizzazione delle attività in questo settore arrivata nel 2010. Purtroppo esiste una legge del 1927, che risale quindi a quando c’era il monopolio di Enel, che prevede che la Regione sia obbligata a rilasciare permessi di ricerca. E questo contro ogni ragionevole distribuzione degli eventuali pozzi sul territorio con il conseguente legittimo esplodere di proteste in tutta la Toscana a causa dell’addensamento di ricerche. Ebbene, siccome nel Piano energetico regionale abbiamo previsto che nei prossimi 5 anni ci sia un aumento di non più di 150 MW da ricavare da energia geotermoelettrica, in questi sei mesi stabiliremo quali siano i creteri perché le ricerche non siano 31, ma siano semplicemente il numero funzionale alla programmazione che abbiamo fatto nel Piano energetico”.
La Regione, così facendo, si prende il tempo necessario per valutare in quale misura occorra sviluppare la geotermia in Toscana per raggiungere i 150 MW di potenza, che è l’obiettivo imposto al 2020 dal cosiddetto Burden sharing, la ripartizione degli oneri tra i Paesi imposta dall’Europa, e recepito dal Piano energetico regionale (Paer).
Entro il termine di sei mesi, quelli della sospensione, che decorreranno dall’entrata in vigore della legge, verranno stabilite con ulteriori deliberazioni della giunta regionale il numero massimo dei pozzi che potranno essere autorizzati e i criteri di opportuna localizzazione. Lo scopo: garantire lo sviluppo della risorsa e al tempo stesso la sostenibilità ambientale e socio economica dei territori interessati dai permessi di ricerca relativi alle risorse geotermiche.
In Toscana risultano operanti 34 impianti geotermici (le centrali di Bagnore e Piancastagnaio sull’Amiata e gli altri 32 nell’area geotermica di Larderello) con una potenza efficiente lorda istallata pari a 875,5 MW. Con la recente apertura della centrale di Bagnore 4 nel comune di Santa Fiora, che apporta 40 MW, adesso per centrare l’obiettivo al 2020 mancano 150 MW.