Firenze – Approvata all’unanimità: in consiglio regionale della Toscana, fa il pieno di sì la proposta di risoluzione “in merito alla definizione delle aree non idonee per l’installazione d’impianti di produzione di energia geotermica in Toscana”. Una risoluzione che ha come obiettivo, secondo quanto spiega il capogruppo di Sì Toscana a Sinistra Tommaso Fattori, quello di trovare “un equilibrio fra le diverse vocazioni del territorio, compresa quella turistica e quella agricola, legata a prodotti tipici e di alta qualità”.
Insomma, la prima obiezione dei vari comitati di residenti che hanno dichiarato “guerra” a nuove installazioni geotermiche, è stata sostanzialmente accolta dal consiglio regionale. Il vero problema infatti, come scrivemmo su queste pagine (http://www.stamptoscana.it/articolo/ambiente/geotermia-e-centrali-se-lenergia-impatta-il-brand-toscana) era: cosa succede quando gli impianti impattano contro il “brand” Toscana, inteso in buona parte come l’assicurazione sulla vita di un’agricoltura di qualità e di un turismo “slow” e sostenibile? Un problema non da poco, come aveva dichiarato ad esempio il Comitato Difensori della Toscana in tempi non sospetti, che riguarda tutti quegli agricoltori e operatori turistici che hanno investito soldi, vita e speranze proprio nell’eccellenza della “identità” toscana fatta di sostenibilità e buone pratiche. Che vengono messe fatalmente in “discussione” quando impattano contro nuovi permessi, nuove centrali e tutto quel che s’aggiunge. Anche se, ribattono i “sostenitori” i nuovi impianti sono incomparabilmente più “sostenibili” di quelli costruiti in passato. Quanto e se lo sono nel lungo tempo, sembra ancora affidato alle opinioni.
E tuttavia, almeno secondo quanto scrive il capogruppo della sinistra regionale, il percorso di approfondimento portato avanti in Commissione Ambiente e il risultato ottenuto, è sostanzialmente “buono ed equilibrato”. Un percorso, ricorda Fattori, “avviato a seguito di una mozione presentata da Sì Toscana a Sinistra ormai un anno e mezzo fa”. Ma, aggiunge, pur essendo di fronte e una svolta positiva, “il risultato è ancora parziale e circoscritto”.
Perché ? Ecco quanto spiega Fattori: “Parziale perché ci si concentra soltanto sui futuri impianti e sulla loro corretta collocazione nel territorio, la così detta “zonazione” sulla cui necessità il nostro gruppo consiliare ha insistito fin dall’inizio della legislatura, ma manca ogni riferimento al capitolo degli impianti esistenti in Amiata e del loro impatto ambientale e sanitario. Su tutto questo avevamo chiesto di costituire un gruppo di studio scientifico”.
Dunque, manca una parte importante, quella che ha sollevato le preoccupazioni delle popolazioni residenti sui territori, “il tema della “riconversione” radicale dei vecchi impianti, inquinanti e impattanti, utilizzando la tecnologia a zero emissioni, come quella binaria con totale re-immissione dei fluidi. Inutile nascondere che Enel è il vero convitato di pietra di tutta questa partita: con tutto ciò che Enel ha preso al territorio, sfruttando un bene comune come la geotermia e lasciando solo le briciole, direi che il minimo che possiamo fare è chiederle di investire seriamente in tecnologie che garantiscano davvero l’ambiente e la salute dei cittadini”.
Aspetti che, spiega il capogruppo, pur essendo stati “concordati con le altre forze politiche, sono saltati via dalla versione finale del testo presentato in aula”. Nonostante questo, Sì Toscana a Sinistra ha votato a favore, dietro tuttavia una precisa assunzione di formale impegno da parte del Presidente della Commissione Stefano Baccelli, preso nel corso del dibattito in aula: “Dopo mia formale richiesta – conclude Fattori – il Presidente si è dichiarato disponibile a calendarizzare uno specifico piano di audizioni per approfondire le principali criticità legate alle vecchie tecnologie degli impianti in Amiata, per poi riferire al consiglio una sintesi dell’approfondimento. Il piano prevede l’ascolto di ricercatori e scienziati che hanno sollevato documentate preoccupazioni relative agli impianti con emissioni in atmosfera, quali gli elevati tassi di mortalità sull’Amiata e gli sforamenti dei livelli di ammoniaca e mercurio”.