Firenze – La Toscana punta al raddoppio della potenza geotermica in tempi brevi. La posizione dell’amministrazione regionale è stata messa in chiaro dall’assessora regionale all’ambeinte Monia Monni a Earth, fiera dell’innovazione tecnologica in campo ambientale. L’assessora ha anche richiesto un deciso intervento del Governo, invitando a rompere l’attuale situazione di ‘non decisione’ per arrivare già nel 2030 ad un incremento di 200 MW di potenza.
“In Toscana la geotermia è la regina delle rinnovabili – ha detto Monni – è sicura, non influenzata dal meteo e rappresenta un’occasione di crescita per l’intero territorio. Non possiamo perdere il treno del raddoppio della potenzia geotermica da installare in Italia al 2050 e, da subito, dobbiamo lavorare per arrivare ad un incremento di 200MW al 2030”.
“Il Governo – chiarisce l’assessora – deve uscire dall’incertezza e metterci nelle condizioni di centrare gli obiettivi fissati sull’energia da fonti rinnovabile fin dalla fine di questo decennio. Le strade sono due: mettere la Regione nella condizione di fare subito le gare, vista la scadenza delle concessioni al 2024, consentendo comunque il riconoscimento degli investimenti che devono essere fatti oggi senza tentennamenti, oppure prorogare le concessioni dialogando con l’Unione Europea con un sano senso di pragmatismo, necessario in questo difficile momento storico. Questa situazione di non decisione comporta solo decadimento, anche ambientale, della risorsa geotermica. Non vi sono soluzioni intermedie, anche perché ogni strada che blocchi lo sviluppo della geotermia in Italia e in Toscana troverà la nostra più ferma opposizione”.
L’assessora prosegue illustrando le potenzialità della risorsa geotermica. “Forse non tutti hanno chiaro – prosegue l’assessore – che la geotermia ha gli stessi livelli di efficienza delle energie non rinnovabili e che 1MW di potenza geotermica installata equivale, in termini di produzione, a 7MW di fotovoltaico. Inoltre rappresenta un volano di crescita per un intero territorio, visto che aree spesso spopolate e considerate povere di opportunità lavorative potranno essere rese più attrattive ed appetibili, sviluppando le loro infrastrutture e la loro economia”.
In Toscana sono presenti 34 centrali geotermoelettriche, per una potenza installata netta di circa 760 MW (totale 916MW). La produzione elettrica annua da fonte geotermica è pari a circa 5,6 miliardi di chilowattora che, complessivamente soddisfano quasi il 34% del fabbisogno energetico della Regione, equivalente ai consumi di oltre 2,1 milioni di famiglie italiane. Questa percentuale sale al 70% se consideriamo la sola produzione da rinnovabili.
“Affrontare la transizione energetica vuol dire anzitutto ridurre la dipendenza dai combustibili fossili, aumentare la nostra resilienza e contrastare le cause che incidono sui cambiamenti climatici. Già prima dello scoppio della guerra in Ucraina ripetevo che le forniture energetiche rappresentano un asset strategico di interesse nazionale. Si deve ridurre la dipendenza dalle importazioni. Al nuovo Governo chiedo su questo tema risposte chiare e veloci, così come ho fatto negli ultimi due anni in particolare con il Ministro Cingolani”.
“La diffidenza che ha rallentato lo sviluppo di questo settore – conclude l’assessore – deve esser superata perché i risultati di una delle più importanti indagini epidemiologiche che siano mai state condotte fino ad oggi, con oltre 10 anni di studi approfonditi, dimostra che non ci sono impatti significativi sulla salute derivanti dall’attività geo-termoelettrica. Un limite allo sviluppo deriva dal fatto che la geotermia viene vista come una risorsa esclusivamente Toscana, ma nonostante ciò incide per il 3% sul mix energetico nazionale e quindi è anche una risorsa nazionale, il Governo centrale deve lavorare perché su questo fronte si compia un vero salto di qualità”.