Nel dibattito sulla presunta teoria del gender (che non esiste), la posizione e l’impegno del PD si collocano entro una cornice di diritti, libertà, educazione e valorizzazione delle differenze in un atteggiamento inclusivo che punti a promuovere la promozione della parità tra i sessi, il superamento delle violenze e di tutte le discriminazioni, anche quelle legate all’orientamento sessuale.
Da dove viene l’art. 16 della Legge 107/2015 di ‘Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione’ (‘la Buona Scuola’ del PD) che ha originato le campagne di disinformazione tuttora in atto? Sulla base della Carta di Istanbul (2011) è stato finalmente approvato nel 2013 (DL n. 93/2013, poi ratificato in legge) un provvedimento di importanza ‘epocale’, che:
– ha reso più incisivi gli strumenti della repressione penale dei fenomeni di maltrattamenti in famiglia, di violenza sessuale e di atti persecutori (stalking, ecc.) e ha introdotto in Italia il reato di femminicidio;
– prevede un ‘Piano d’azione straordinario contro la violenza sessuale e di Genere’, che promuove a livello nazionale un’adeguata formazione del personale (della scuola) alla relazione e contro la violenza e la discriminazione di genere, la sensibilizzazione, informazione e formazione degli studenti per prevenire la violenza nei confronti delle donne e la discriminazione di genere, nella programmazione didattica curricolare ed extra-curricolare delle scuole di ogni ordine e grado (rif. Art. 5 ).
Un investimento fondamentale sulle future generazioni per il miglioramento della società, affinchè diventi meno violenta, meno discriminatoria, più inclusiva e rispettosa delle differenze, tutelando il valore e la dignità personale, nel rispetto dei diritti fondamentali della persona umana.
Fin dal dibattito di vari mesi fa durante la Riforma della scuola, ora ripreso (forse anche con altri fini), si è avviata tuttavia una vera e propria campagna di disinformazione da parte di taluni soggetti e associazioni: la Riforma prevede infatti semplicemente che il ‘Piano triennale dell’offerta formativa’ assicuri l’attuazione dei principi di pari opportunità promuovendo nelle scuole di ogni ordine e grado l’educazione alla parità di genere, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni, al fine di informare e sensibilizzare gli studenti, i docenti ed i genitori sulle relative tematiche …”come previsto dal D.L. n.93/2013. (rif. Art. 16 L.107.)
Come emerso durante la presentazione del libro ‘Mamma, papà, gender’ di Michela Marzano (deputata PD), il problema vero -che sta a noi fare emergere in modo oggettivo e scevro da pregiudizi-, è la non accettazione da parte di taluni della realtà e della differenza; della legittima esistenza di diversi orientamenti sessuali; della omosessualità. Per questo l’inasprirsi nuovamente delle campagne autodefinitesi ‘No gender’ proprio nel momento in cui la Legge sulle Unioni civili (che è e resta un tema irrinunciabile per il PD), sta per tornare in Senato, deve mobilitarci, aiutarci a capire e a far capire, a informare correttamente sulla vera natura del problema, con ogni mezzo o iniziativa che vorremo intraprendere, a tutti i livelli politici e istituzionali.
Questo, auspicabilmente, nell’ottica di portare a compimento quelle riforme che possono estendere diritti a coloro che ora non li vedono riconosciuti, colmando un vuoto normativo che ci rende ultimi in Europa e di dare finalmente una risposta univoca a chi, in questi anni, si è visto costretto a ricorrere alla giurisprudenza per vedere riconosciuti i propri diritti.