Gegè Prato, salvi 65 lavoratori, firmato l’accordo in Regione

Firenze – I 65 lavoratori di Gegè a Prato e l’azienda sono stati messi in sicurezza. Con un applauso liberatorio, i lavoratori in presidio in piazza Duomo accolgono Valerio Fabiani, il consigliere di Eugenio Giani per lavoro e crisi aziendali e i rappresentanti sindacali che hanno partecipato al tavolo.  I lavoratori passeranno alle dipendenze della Compagnia Italiana Alimentari S.r.l. unipersonale, la “Procedura CIA” come denominata al tavolo di questa mattina in regione. Nel frattempo si lavorerà anche per il futuro industriale del sito, per il quale ci sono già alcune manifestazioni di interesse. Sta tutto nell’accordo firmato questa mattina in palazzo Strozzi Sacrati, al tavolo convocato da Valerio Fabiani, che annuncia: “Il tavolo regionale resta aperto per monitorare la situazione e comunque a disposizione di tutte le parti”.

“Quello di oggi è un accordo importante, perché qui rischiavamo di perdere tutto, posti di lavoro e sito produttivo – spiega Fabiani –: l’azienda e soprattutto i lavoratori, che grazie a quell’accordo verranno tutelati da un ammortizzatore sociale, sono messi in sicurezza. Si creano le condizioni per dare a questo sito una nuova vita industriale, con risorse messe in campo da Gegè, e cioè l’azienda che abbandona il sito, in virtù di quel principio di responsabilità sociale che noi abbiamo evocato fin dall’inizio. Anche la Procedura fallimentare che ha messo in campo un lavoro straordinario: entrambe le parti hanno recepito molte delle richiesta che la Regione aveva avanzato al tavolo”.

Tra i punti salienti dell’intesa firmata tra Gegè Srl – Italpizza Spa e Procedura CIA, c’è l’impegno di quest’ultima di assicurare un reddito ai dipendenti dell’azienda attraverso immediata attivazione di ammortizzatore sociale. Nel frattempo Gegè continuerà a eseguire gli ordini ricevuti utilizzando gli altri stabilimenti del gruppo Italpizza, ma su quanto fatturato riconoscerà una percentuale che Procedura Cia si impegna a utilizzare per i costi vivi, il contributo di solidarietà dei lavoratori e in funzione della re-industrializzazione del sito produttivo. Per parte sua la Regione, che ha condotto il tavolo sulla vertenza con le strutture di Arti, conferma la disponibilità ad attivare tutte le azioni utili per la reindustrializzazione del sito di Casale e per le  iniziative di politiche attive del lavoro utili a sostenere la richiesta di ammortizzatori sociali.

Dalle organizzazioni sindacali al tavolo, la richiesta di tutele di reddito per tutto il personale, il mantenimento del sito produttivo nel territorio di Prato e l’applicazione, anche da parte dell’aggiudicatario della procedura competitiva, del contratto dell’industria alimentare.

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