Da oggi Parma potrà fregiarsi del marchio Unesco “network Città creative”. La categoria in cui rientra la città emiliana è, naturalmente, la “gastronomia”.
La notizia è ufficiale ed è stata comunicata poco fa al sindaco Federico Pizzarotti da Irina Bokova, direttore generale di Unesco.
L’ingresso di Parma nel network Unesco è la conclusione di una lunga corsa avviata in primavera quando, attorno al tavolo rotondo della sala giunta, il Comune di Parma aveva invitato tutti gli attori titolati a lanciare e sostenere la candidatura. L’Italia, per concentrare tutti gli sforzi possibili, aveva deciso di rinunciare a candidare l’altra città papabile per l’ingresso nel network Unesco: la piemontese Alba. In ogni caso per il paese è festa doppia dato che Roma ha ricevuto dall’Unesco il marchio di città creativa del Cinema.
Le altre città creative per la gastronomia proclamate dall’Unesco sono: Bergen in Norvegia, Belém in Brasile, Burgos in Spagna, Phuket in Thailandia.
COS’E’ IL NETWORK UNESCO
Il “network Città Creative”, promosso dall’Unesco dal 2004, ha come obiettivo “la creazione di un legame tra città in grado di sostenere e di fare della creatività culturale un elemento essenziale per il proprio sviluppo economico, offrendo agli operatori locali una piattaforma internazionale su cui convogliare l’energia creativa delle proprie Città e gettando così le fondamenta per proiettare esperienze locali in un contesto globale, con l’obiettivo di promuovere l’industria della cultura”.
Attraverso questa rete, divisa in sette aree corrispondenti ad altrettanti settori culturali (Musica, Letteratura, Folk Art, Design, Media Arts, Gastronomia, Cinema) le città possono condividere le proprie esperienze e sostenersi reciprocamente, valorizzando le proprie capacità ed incrementando la presenza dei propri prodotti culturali sui mercati nazionali ed internazionali.
REAZIONI
“Questo riconoscimento – scrive su facebook il sindaco Federico Pizzarotti – rafforza la vocazione internazionale di Parma e può aprire la strada ad importanti sviluppi per la nostra economia, soprattutto in campo turistico. E’ anche la conferma che il futuro del territorio parmense passa in primo luogo attraverso la valorizzazione dei suoi prodotti di eccellenza e la capacità di trasformarli in cibo. Sono anche convito che, se saremo bravi, potremo utilizzare questo riconoscimento come volano per far conoscere Parma nel mondo anche come città d’arte, carica di storia, che si appresta a celebrare i suoi primi 2.200 anni di vita“.
Insieme al Comune – che ha gestito e coordinato l’intera operazione attraverso l’assessorato alle Attività produttive e Turismo – hanno lavorato per diversi mesi fianco a fianco tutte le istituzioni e le associazioni della città, senza dimenticare il contributo dell’associazione di cuochi “Chef to Chef” e il sostegno della Regione Emilia Romagna.
“Parma – continua Pizzarotti – è sul tetto del mondo. Siamo la prima città italiana nella storia a essere diventati Patrimonio Unesco della Gastronomia. Contro tutti i profeti di sventura, tutti i professionisti del no, la nostra idea è stata giudicata la migliore tra quelle presentate dalle diverse candidate del pianeta. Per anni – aggiunge il primo cittadino – si ha avuto l’impressione che Parma avesse esaurito il futuro che aveva, che avesse giocato tutte le sue carte. Io invece ho sempre pensato che ci fosse una Parma brillante e intelligente per le strade, una Parma che ci tiene a riemergere. Quattro anni a lavorare per rimetterla in carreggiata e ora possiamo cominciare a fare sogni più grandi di quelli fatti finora. Sono orgoglioso e felice che la città in cui sono nato e cresciuto, e di cui sono il sindaco, abbia raggiunto un traguardo così prestigioso. Grazie all’assessore Casa, al dirigente del Comune Righi, allo chef Spigaroli e a tutte le istituzioni parmigiane che hanno fatto veramente squadra e ci hanno creduto dall’inizio. Ora il lavoro per Parma continua. Verso cose più grandi”.
“Sono particolarmente soddisfatto di questo risultato – ha dichiarato il ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina – la visibilità dell’Unesco e delle sue città creative aiuterà non solo Parma ma tutto l’agroalimentare italiano per contrastare anche quei fenomeni di Italian sounding che fanno delle nostre produzioni tipiche le più imitate al mondo”.
Per il presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini si tratta di un “un riconoscimento che premia tutta l’Emilia-Romagna. Come Regione abbiamo creduto in questa candidatura e l’abbiamo sostenuta”.