Gastrocrazia: ecco le ricette di cucina più cercate su Google

Un sito web è andato a vedere quali sono i piatti che attirano di più gli utenti

La parola “culinaria” (scienza, arte, fede) va presa sul serio e soprattutto non va scomposta con l’intento malrisposto di capirne o perlomeno carpirne meglio il senso: non c’entra niente con l’immagine di posteriori lanciati o lasciati lì a mezz’aria, magari conseguenza di un capitombolo, no. È pura gastronomia, ossia economia viscerale, quindi “gastrocrazia”, ovvero governo di pancia dove ogni cittadino detta legge da ogni budello e nel proprio tinello.

L’Italia, paese di santi e impastatori, lo sa bene. Basti dire che veniamo da una settimana di grande dibattito, condito qua e là con spruzzatine ideologico-polemiche e quindi fatto prontamente rosolare nel calderone delle prese di posizione politiche, intorno allo spot video, diventato virale sui social, di un noto marchio della grande distribuzione alimentare, cioè catena di supermercati. Al centro dello storytelling, una storiella che ha per protagonista una pesca, la quale in pochi giorni ha superato in notorietà e potere sia il pomo d’Adamo sia la mela di Newton, sia le poppe a pera di Nuti sia la banana di Sordi e della Vitti nel noto film, sia “Tocca l’albicocca” degli Squallor (1985) sia “Il posto delle fragole” di Bergman (1957).

Morale: carrello mezzo pieno o mezzo vuoto, inflazione o recessione, giù le mani dalla spesa degli italiani!, tra gli ultimi riferimenti e/o presidii sociali rimasti – garantiti anche durante i lockdown – in una civiltà che, sempre più bulimica, finirà col divorare sé stessa. Detto ciò, slow food o fast food  il mondo alimentare nostrano, declinato in tutte le salse e merende (questa è sottilissima…), tira eccome (“Alimentare, Watson”, ok, smetto subito) e finché resisterà al fascino del sushi crudista e degli insetti fritti, magari rafforzato dall’onnipotente Bimby e dai programmi  tv stile “MasterChef”, il nostro Belpaese potrà forse arrivare al dessert, ma non sarà mai alla frutta… checché ne dica la pubblicità.

Già scrivere di cibo alle due di notte mette un certo languorino, roba da mollare il pc e dirigersi dritti al frigo; se poi l’oggetto dell’articolo e la cucina italiana, il languorino tipico delle nobildonne in astinenza da Ferrero Rocher si trasforma in vera e propria acquolina in bocca, e non c’è palliativo o maggiordomo che tenga. Niente sigarette, niente musica in cuffia nelle orecchie, niente chewingum per sublimare alla bell’è meglio la masticazione con annessa adunata sediziosa di succhi gastrici impazziti: ancora qualche riga e un po’ di  finestre web pullulanti di foto di manicaretti succulenti e fumanti e qui, dieta o non dieta, un salto al forno in centro (che apre proprio alle 2) non ce lo nega nessuno.

Se a detta della filosofia materialista “l’uomo è ciò che mangia” (citiamo Feuerbach, che non aveva granché in considerazione i fiori di Bach e nemmeno le palle cioccolatose di Mozart), i calcoli alla cistifellea alias calcolosi della colecisti che ci hanno diagnosticato certificano una volta per tutte la nostra virilità vorace e dunque una nietzscheana “volontà di pietanza”, a qualsiasi ora e di qualsiasi apporto calorico, con buona pace di colesterolo e steatosi. Insomma, dimmi cosa trangugi e ti dirò sei, compreso quanto pesi, e soprattutto sappi che le vie dello spuntino sono infinite (come insegna San McDonald’s) e tutte le strade portano al “cooking” – no, non è una parolaccia, non c’è scritto cocking e non è una presa per il cool, ma vuol dire semplicemente cucinare, tirarsi su le maniche in vista sperando poi di leccarsi i baffi.

L’italian food è conosciuto e lodato in tutto il pianeta e forse anche su Marte, molto spesso imitato male o contraffatto tanto fa fico e dunque brand, così come il made in Italy, in generale, cioè in ogni settore, è garanzia di alta qualità e buon gusto ovunque. Questo si sa, ma c’è di più. Infatti, o potremmo dire addirittura, è appena uscita una classifica (risultato di una ricerca che prendiamo per buona) dei piatti di casa nostra più digitati – leggi “ricercati” – sul motore di ricerca più utilizzato al mondo, cioè Google. Se nel nostro sistema solare i cibi più cliccati (i termini più indagati) sulla piattaforma 25enne di Mountain View sono “pizza” e “carbonara”, rispettivamente con 3,1 milioni e 1 milione di ricerche mensili, il sito BonusFinder Italia dice che “dopo lunghe ricerche su Google utilizzando frasi comuni come ‘Come preparare [piatto]’, ‘Come fare [piatto]’ e ‘Come cucinare [piatto]’, abbiamo identificato e scoperto le frasi relative ai cibi più cercati in Italia, fornendo un volume di ricerca specifico per ogni piatto”.

Circa i punti principali della ricerca, “per le domande sulla colazione, tipo ‘Come fare i pancake, si sono registrate 8.100 ricerche mensili. Nella categoria salse, ‘Come fare la besciamella’ occupa invece il primo posto con altre 8.100 ricerche mensili. Tra i piatti principali, quindi, ‘Come fare la carbonara è al primo posto con 8.100 ricerche mensili (sempre 8.100), e nella categoria delle verdure la frase ‘Come cucinare i carciofi’ conquista la vetta con 8.100 ricerche mensili (toh, sempre 8.100!). Per gli appassionati di dolci, infine, ‘Come fare il tiramisù è la richiesta più digitata, con 5.400 ricerche mensili. Per quanto riguarda le regioni che usano di più Google per l’aiuto in cucina, Lombardia e Lazio guidano la classifica. La Lombardia vanta ben 22.940 ricerche mensili totali per tutte le frasi di ricerca, mentre Lazio e Veneto seguono a ruota con 11.950 e 8.840 ricerche. La Valle d’Aosta e il Molise registrano i volumi di ricerca mensili più bassi, rispettivamente con 610 e 410 ricerche”.

Vegani di tutto il mondo unitevi! Da Nord a Sud gli italiani sono alla ricerca di ispirazione per le proprie verdure, così tra le ricerche popolari troviamo “Comecucinare i carciofi”, “Come cucinare la zucca” e “Come cucinare le zucchine” con 8.100 ricerche mensili a livello nazionale. Poi: la frase della colazione più ricercata, abbiamo visto, è “come fare i pancake” e riceve 8.100 ricerche mensili su tutto il territorio nazionale, di cui 1.900 solo in Lombardia e 1.000 nel Lazio. “Come fare il porridge” riceve invece 3.600 ricerche mensili, mostrando un forte interesse per le ricette internazionali per la colazione.

“I dessert preferiti dagli italiani? Quando si tratta di dolci gli italiani hanno in mente un piatto che, secondo le ricerche su Google, spicca su tutti: ‘Come fare il tiramisù’, infatti, viene cercato mensilmente ben 5.400 volte su tutto il territorio nazionale, con la maggior parte delle ricerche provenienti da Lombardia (1.000), Sicilia (590) e Lazio (480). Il secondo dolce più cercato è ‘Come fare il pan di Spagna’ (1.900 ricerche mensili), con Sicilia (320) e Lombardia (320) al primo posto nella categoria. E per finire, i grandi classici, cioè i primi piatti. Secondo le ricerche in tutta Italia’Come fare la carbonara’ è il piatto italiano più cercato (8.100 volte), seguito da ‘Come fare le lasagne (1.600) e ‘Come fare il risotto’ (1.600)entrambi al secondo posto. Sul terzo gradino del podio troviamo poi ‘Come fare la parmigiana‘ (1.000) e al quarto, fuori medaglia, ‘Come fare l’amatriciana’ (720).

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